Controcultura

Grande Carrà Ma ora è tempo di dire: "Stop"

Non saremmo mai capaci di parlare male di Raffaella Carrà, però...

Grande Carrà Ma ora è tempo di dire: "Stop"

Non saremmo mai capaci di parlare male di Raffaella Carrà, che è stata una costante della nostra vita, avendoci accompagnato, televisivamente parlando, dalla giovinezza alla maturità e anche oltre. È stata un'artista di spicco, capace di fare tutto, sia pure senza eccellere in nulla. Una buona ballerina, non una fuoriclasse. Aveva un bel fisico sinuoso e perfino eccitante, ma non tale da essere paragonato a quello delle donne della mitologia. Sapeva canticchiare con garbo ed era abbastanza intonata, cosicché non irritava le orecchie. Aveva un volto simpatico e noi spettatori lo guardavamo volentieri. Insomma, una creatura da telecamera in grado di tenere la scena in ogni modo, anche presentando programmi articolati, show seguiti dalla massa con passione.Ciò che conta maggiormente è che Raffaella, al di là delle sue doti indiscutibili, per anni, che dico, per decenni, ha ammaliato il pubblico delle serate di gala e ha avuto indici di gradimento strabilianti. Vero che un tempo, assai lontano, la tv non offriva molte occasioni di divertimento; le trasmissioni di rilievo erano poche, le antenne non erano numerose e ci si accontentava di quello che passava il convento. Un convento non ricchissimo che però si avvantaggiava di notevoli professionalità, cosicché mandava in onda spettacoli impeccabili dal punto di vista sia formale sia sostanziale.La signora, nel suo campo, era imbattibile e ricercatissima, pagatissima, coccolata, giustamente considerata inimitabile. Anche lei tuttavia, col trascorrere dei lustri, non è ringiovanita e il suo motore ha cominciato a incepparsi. Succede a tutti, è successo anche a lei. Niente di male e niente di strano. A un certo punto bisogna avere il coraggio di scansarsi e di consentire alle nuove leve di farsi largo e di imporsi. Oddio, dopo Raffaella, bisogna riconoscere che c'è stato il deserto, nel senso che nessuna soubrette si è segnalata quale mattatrice. Questo non toglie che anche lei, causa l'età che avanza inesorabilmente, abbia perso quel fascino che l'aveva resa una specie di regina del video. Non penso di offenderla se le dico con amara sincerità che è arrivato il momento di chiudere la carriera. Un lungo percorso importante che non si può perpetuare. Gentile signora Carrà, non me ne abbia per queste mie espressioni acide eppure affettuose: si ritiri e ci consenta di ricordarla com'era, senza imporci adesso la sua presenza malinconica. Il programma che ora conduce con ammirevole tenacia, The Voice, in onda su Raidue, non è da bocciare in toto, ma non è all'altezza dei suoi gloriosi trascorsi. Risente di una stanchezza generazionale difficile da dissimulare, non ha la freschezza necessaria per reggere la concorrenza spietata di tante altre trasmissioni, sicuramente meno frizzanti di quelle che la signora ci propinava trent'anni orsono, ma col quale indubbiamente ella fatica a ottenere l'audience della sua epoca più feconda. Speriamo che non si adonti leggendo, se leggerà, questo articolo. Non abbiamo alcuna intenzione del genere. Al contrario desideriamo che lei rimanga nella nostra memoria come la donna dei sogni e non diventi un incubo, l'emblema triste della decadenza. Il suo format non è dei peggiori e neppure dei migliori. Si trascina senza infamia e senza lode, come un telegiornale che non voglia scontentare nessuno e che in realtà annoia tutti, o quasi. Raffaella, prima di arrabbiarsi con noi, dia un'occhiata ai dati d'ascolto e si rassegni.

La vita è bella nonostante.

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