Grande Fratello, la carica degli aspiranti inquilini

Griffatissimi, stile hip-hop, abbronzatissimi. Trucco e capello perfetto e curato in ogni minimo dettaglio. Look da ufficio, ma anche d’ispirazione «ragazza della porta accanto». Insomma tutti diversi e colorati ma uniti da un comune obiettivo: entrare assolutamente nella casa più spiata d’Italia per vivere da protagonisti il primo (in ordine di apparizione) reality show della tv italiana. Che negli anni avrà perso pure qualche spettatore, ma mantiene sempre il fascino del sogno americano.
Davanti agli studi di Cinecittà, in via Lamaro, la carica degli aspiranti inquilini del «Grande fratello» ha affrontato ieri il primo provino per far parte del cast della prossima edizione, la nona. Solamente mille i ragazzi e le ragazze che ieri sono stati - come si dice - «provinatì», gli altri torneranno speranzosi come tutti questa mattina.
Già dalle prime ore della mattina giravano per il piazzale antistante l’entrata gli immancabili, in certi casi, numeri fai da te, rimediati da pagine di giornale o fazzoletti. Qualcuno è solo, altri accompagnati da amici e parenti. Poco più che maggiorenni, come Jennifer, mamma di un bambino. «Vojo andà in televisione - dice - e raccontare i pregiudizi delle persone nei confronti di chi, a 17 anni, va a scuola con il pancione. Penso anch’io di aver qualcosa da dire». O chi i diciotto anni li ha superati già un pezzo. Il signor Andrea, cappellone da cowboy ed occhiali da sole, ha 50 anni, e vuole «rimettersi in gioco dopo un grande amore finito male, quattro mesi fa». Viene da Verona, «dove vivevo la mia fidanzata, ma ora sono tornato a Roma ospite della mia ex moglie», dice mentre è in fila ad attendere il suo turno.
Complice la ressa, il caldo che sembra non voler proprio andarsene dall’ormai tropicale Roma, ed il caos che si viene a creare quando ormai il piazzale è quasi pieno, qualcuno sceglie di andarsene, «tanto ero qui solamente per provare e vedere com’era il provino», dice Fabio ventenne messinese, studente di Lettere e Filosofia al «La Sapienza». E i genitori? Immancabili accompagnatori di sempre. Capannelli di parenti attendono l’esito del primo provino. Fumano nervosamente, chiacchierano tra di loro, sono lì solo «per dare sostegno», dice la mamma di Giuseppe.
«Veniamo da Milano, - afferma - ed anche se i provini erano in programma anche lì abbiamo deciso di venire a Cinecittà per girare un po’ per Roma». «Mi piacerebbe se mio figlio entrasse - dice il papà di uno dei tanti ragazzi - veniamo da Sulmona. Lui ha già un lavoro, è bravo ma certo i soldi fanno gola a tutti».
Una ragazza, in coda dall’alba accusa un lieve malore per il caldo asfissiante e sviene. E, siccome che si ferma è perduto, si riprende immediatamente.

Soldi, voglia di fare un’esperienza nuova, di apparire in televisione e magari diventare anche famosi, le motivazioni principali che hanno spinto le persone a presentarsi ai provini. Finiti i primi mille di ieri mattina si ricomincia oggi sempre a Cinecittà. Mi raccomando: alle otto c’è l’appello.

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