La grande lirica torna al primo «nido»

In epoca barocca è stato il teatro (l’unico) dell’opera della Capitale. «Andare all’opera» era come dire «andare al Capranica». Nel 1881 si rappresentò l’«Ermone» di Verdi, e fu quella l’ultima volta della lirica a piazza Capranica. Ora, trascorsi più di cento anni, l’opera torna al «nido». Grandi opere - dalla Traviata a Tosca, dal Barbiere di Siviglia a Rigoletto e Trovatore - per un teatro raccolto, «intimo» come lo definisce il maestro Roberto Bongiovanni, giovane direttore dell’Orchestra Sinfonica Romana e vicepresidente dell’associazione Aulico, cui si deve l’iniziativa. Poco più di due metri di profondità per il palco e altrettanti per lo spazio destinato all’orchestra, il Capranica non ha più infatti i 6 ordini di palchi di un tempo e accoglie 800 persone, con la prima fila a distanza ravvicinata dai 35 orchestrali. «È la sua cifra, l’intimità, nel senso che la platea può quasi percepire il respiro e i gesti di musicisti e direttore. Da parte nostra, è come sentirsi svestiti di fronte al pubblico», spiega Bongiovanni, 37 anni (diplomato in pianoforte, composizione, direzione coro e direzione orchestra). «Uno spazio particolare, che cerchiamo di riportare al suo ruolo di contenitore per opere di tradizione». Dal momento che le uscite laterali non ci sono più, gli esterni del coro, prosegue il direttore artistico Bongiovanni, restano nell’androne di accesso alla sala, e di lì vedono il podio. «Devo dunque con il gesto di una mano anticipare i coristi esterni, che data la distanza arriverebbero in ritardo, mentre con l’altra mano accompagno la musica che è in sala». Accorgimenti che, appunto, si rendono necessari in un teatro così speciale.
La stagione è inaugurata sabato primo ottobre dalla Traviata di Verdi (repliche questa sera e il 29 ottobre), diretta da Bongiovanni con il maestro del coro Renzo Renzi e la regia di Ebe Ciaralli. Il 5 novembre si passa a Rossini e a una nuova produzione del Barbiere di Siviglia mentre dal 3 dicembre sarà allestita la pucciniana Tosca. Il 30 dicembre e 6 gennaio è di nuovo Traviata mentre, dal 4 febbraio, sarà la volta dell’Elisir d’amore di Donizetti (nuovo allestimento); dal 4 marzo, riecco Verdi con «Rigoletto»; dal primo aprile una nuova produzione del «Trovatore»; dal 6 maggio torna la «Traviata». In caso di sovvenzioni dall’esterno (la stagione si finanzia con la sola vendita dei biglietti e le possibilità economiche, com’è ovvio, incidono anche sulla programmazione) sono previste opere o sinfonie barocche di autori legati al Capranica. «Pensiamo a “Pamela maritata” di Goldoni-Scarlatti», annuncia il direttore.


Assieme a nomi di «veterani» come Ettore Nova e Giorgio Gatti, il programma accoglie talenti emergenti e giovani interpreti, alcuni dei quali alla loro prima performance lirica.
Inizio spettacolo 20.45; biglietti da 20 a 35 euro (riduzioni per studenti, scuole e tessera Cral). Info: 06.6277898

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