«Un grave errore intrupparsi con centri sociali e no global»

Regazzi: la Fiom avrebbe fatto meglio a stare lontana dal cosiddetto movimento pacifista

da Roma

«Che in un’organizzazione di massa ci siano degli infiltrati ci può stare». Ma se nel sindacato della sinistra si sono ritrovati certi personaggi non si può spiegare solo facendo riferimento a una qualche tattica «entrista» dei nuovi terroristi. Ha pesato anche una certa leggerezza. E la volontà tipica di parte del sindacalismo di «confondersi con certa gente». Il riferimento di Antonino Regazzi, segretario generale della Uilm, è ai vari movimenti - pacifisti, no global, centri sociali - ai quali si è accompagnata la Cgil e, in particolar modo, i metalmeccanici della Fiom. Una «leggerezza» che si ripeterà sabato, alla manifestazione di Vicenza contro la Base Usa, alla quale ha aderito anche il sindacato.
Tra gli arrestati ci sono delle tute blu. Come l’ha vissuto questo fatto?
«Molto male. Un po’ perché alcuni dei fermati tornano dal passato, dagli anni Settanta e Ottanta e si permettono ancora di fare scuola. Poi mi preoccupa il fatto che abbiano adescato dei giovanissimi, tutti operai che erano in procinto di agire e fare del male».
Il fatto che militassero in un sindacato, anche se non il suo, non la preoccupa?
«Da una parte è un rischio inevitabile in una organizzazione di massa. Ma il punto è un altro. In questi ultimi quattro o cinque anni ci sono stati comportamenti, magari involontari, che hanno favorito queste infiltrazioni di terroristi nel sindacato. Bisogna stare attenti».
Ce l’ha con la frequentazione dei movimenti antagonisti che ha segnato la vita della Fiom-Cgil negli ultimi anni?
«Sia chiaro, escludo collegamenti diretti. Però c’è stata leggerezza. E osservo che sarebbe stato meglio avere comportamenti più avveduti. Sarebbe stato meglio non intrupparsi con chi ha dimostrato più volte di non avere intenzioni democratiche; con chi nella migliore delle ipotesi crea problemi. Perché con quelli il mondo sindacale non ha nulla a che vedere. C’è stato un atteggiamento un po’ leggero, ecco».
Un consiglio che la Cgil non sembra intenzionata a seguire, visto che è stato confermato l’appoggio alle iniziative «per la pace». Quindi alla manifestazione di Vicenza contro l’allargamento della Base Usa...
«Se fossero adesioni a titolo personale, nulla da dire. Però c’è di mezzo il sindacato e quindi avrebbero fatto meglio a non confondersi con queste manifestazioni. Sono cose già viste e non funzionano, basta pensare al G8. Senza contare che queste tensioni e il risorgere del terrorismo cadono sempre quando si acuiscono i problemi anche in politica estera».
Si riferisce alla coincidenza tra il delitto D’Antona e l’intervento italiano in Kosovo?
«Anche in quell’anno c’erano problemi nel mondo del lavoro. Però le tensioni aumenteranno anche per gli avvenimenti straordinari di politica estera. Anche oggi oltre alle questioni economiche c’è l’Afghanistan e sta crescendo la tensione. Per questo considero sbagliato che il sindacato partecipi».


Cosa dovrebbe fare il sindacato?
«Dire adesso che dovremo tenere alta la guardia è persino banale. Semmai bisogna tenere le organizzazioni sindacali a distanza da certi fenomeni. Noi lo abbiamo fatto. Altri invece hanno sottovalutato la conseguenza delle loro scelte».

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