Grazie Roma, ma dal dischetto il cuore non basta

RomaCi sarebbe da dire, grazie lo stesso. Sì, perché l’uscita di scena della Roma, che sigla il trionfo delle inglesi sulle italiane, è onorevole anche se lascia il rammarico delle imprese sfiorate di un soffio. Mai la squadra giallorossa aveva affrontato così in emergenza un’importante sfida europea, ma la lucidità e la tenacia espressa contro un Arsenal per la verità inferiore alle aspettative sono state ammirevoli. E se guardiamo ai 120 minuti, la Roma – uscita alla fine tra i meritati applausi dell’Olimpico - avrebbe meritato il passaggio del turno più degli inglesi. Partita decisa dai rigori ad oltranza. Doni para il primo a Eduardo, Vucinic ne sbaglia uno, Tonetto ha sbagliato quello decisivo. Errore suo, beffa per tutti all’ottavo rigore. Peccato!
Brutti segnali prima di cominciare. All’ultimo momento arriva il forfait di Mexes, ancora a letto con 39° di febbre. Tocca dunque a Diamoutene, all’esordio assoluto europeo, prendere il posto del francese al centro della difesa. Il maliano è uno dei sei elementi degli undici titolari proposti da Spalletti che non lamentano problemi fisici. Insomma una Roma “incerottata” che più sulla tecnica, deve affidarsi alla generosità e al sostegno del pubblico. Totti, dopo il tira e molla della vigilia, alla fine è in campo con un tutore a protezione del suo delicato e martoriato ginocchio destro. E a centrocampo Spalletti rischia un Pizarro che negli ultimi giorni (a causa di ginocchio e caviglia destra) non si è mai allenato con il gruppo, ma che tatticamente può risultare prezioso.
La partita dei giallorossi è sorprendente per atteggiamento e dedizione. Di fronte a una condizione fisica precaria, ci mette tanto cuore e soprattutto grande intelligenza. Così la squadra di Spalletti è brava ad accelerare quando possibile, ma anche ad addormentare il ritmo nel momento in cui l’Arsenal prova a sprigionare la sua potenza. Certo, una grossa mano la dà il vantaggio immediato: cross di Totti, Taddei fa quasi velo tra i centrali dei Gunners stranamente assopiti, Juan ha la freddezza di aggiustarsi il pallone e di freddare Almunia. Peccato che la partita del difensore, capace di tre chiusure importanti, duri appena mezz’ora. Prima della rete, compare un dolorino al flessore superincerottato dopo un rinvio; stringe i denti, segna la rete che pareggia il conto dell’andata e non ce la fa più ad andare avanti.
Spalletti dimostra coraggio, vuole andarsi a prendere la qualificazione pur in una serata difficile e inserisce Julio Baptista. Al centro della difesa viene varata la coppia inedita Diamoutene-Riise.
Dopo il vantaggio, la Roma rallenta intelligentemente lasciando quasi l’iniziativa agli avversari, sino a quel momento molto attendisti, e tentando qualche ripartenza. I Gunners non riescono però a essere pericolosi (tranne Diaby con qualche inserimento aereo), mentre Motta e Taddei nella stessa azione impegnano severamente Almunia. Il pubblico dell’Olimpico fischia sonoramente dopo che l’arbitro non interviene (forse giustamente) su un contatto in area tra Clichy e Motta.
Il canovaccio della ripresa è di una squadra giallorossa che cerca di sprecare poche energie e di un’Arsenal «graffia» poco. Due colpi di testa di Tourè fanno venire qualche brivido, ma in generale Riise e Diamoutene chiudono tutti i varchi.

E l’occasione più clamorosa è addirittura della Roma, con Julio Baptista che sotto porta si accartoccia sul pallone non riuscendo a concludere.
Si va ai supplementari, con l’acciaccato Aquilani che rileva l’infortunato Taddei. La partita si regge su un filo sottilissimo, in campo ci sono due squadre sfilacciate che non rischiano. Fino al crudele epilogo.

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