Grecia, c’è l’intesa su prestito e tassi I mercati ripartono

Anche l’ultimo nodo, quello più ingarbugliato, è stato finalmente sciolto: l’Unione europea ha raggiunto un’intesa sui meccanismi di soccorso alla Grecia, con particolare riferimento al tasso di interesse che Atene dovrà pagare sugli eventuali prestiti richiesti. Tra la posizione fermamente rigida della Germania, che pretendeva rendimenti attorno al 6%, e quella più morbida degli altri Paesi del club di Eurolandia (4-4,5%), si è trovata una soluzione condivisa attorno al 5%, livello allineato alle condizioni praticate dal Fondo monetario internazionale e ben due punti secchi in meno rispetto a quanto il Tesoro ellenico sborsa ora per ottenere credito a 10 anni.
Una buona notizia, insomma, capace di mettere in ombra la decisione presa sempre ieri da Fitch di declassare il debito greco da BBB+ a BBB-, cioè appena un gradino sopra il livello junk, quello attribuito ai titoli spazzatura. Dopo la difficile giornata vissuta giovedì, i mercati hanno infatti ignorato il taglio del rating e cambiato marcia. Lo ha fatto tanto l’euro, risalito a 1,3479 dollari, quanto le Borse europee, a cominciare da quella di Atene (+4,6%), seguita da Parigi (+1,81%), Francoforte (+1,26%), Milano (+1,24%) e Londra (+1,02%). Lo spread dei titoli greci rispetto al Bund tedesco si è inoltre ridotto di 29 punti base calando a quota 396. L’incertezza sul raggiungimento di un’intesa sulle modalità di intervento era stata del resto nei giorni scorsi la miglior benzina per alimentare la speculazione. Ma Atene non poteva essere lasciata sola. «Abbiamo il dovere di dare un supporto alla Grecia, altrimenti ci saranno conseguenze sulla nostra moneta e sull’economia. Noi e la Francia siamo d’accordo su questo», ha affermato Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Parigi con Nicolas Sarkozy. Un asse italo-francese elogiato dall’intera stampa francese, in genere mai troppo tenera con il premier italiano.
Con l’intesa raggiunta, Atene può ora mettere a punto le prossime emissioni statali. Già la prossima settimana, dovrebbe partire il collocamento di titoli a breve per 1,2 miliardi. Un test per valutare se le tensioni sui rendimenti saranno, almeno parzialmente, rientrate. Ubs e Goldman Sachs sono però convinte che il governo Papandreu lancerà l’sos a Ue e Fmi entro pochi giorni.

Se così fosse, le procedure per attivare il paracadute, secondo quanto rivelato da una fonte comunitaria, prevedono in prima battuta che la Grecia comunichi l’impossibilità di rifinanziarsi sul mercato; spetta poi alla Commissione Ue e alla Bce stabilire se ciò corrisponde al vero, e quindi stabilire ammontare e scadenza del prestito; infine, l’intervento dovrà essere approvato all’unanimità da parte dell’Eurogruppo.
La situazione resta comunque delicata. A ricordarlo è stato ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet: «Stiamo vivendo un periodo che ricorderemo a lungo, un momento forse simile a Bretton Woods nel 1944».

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