Politica

Il grido dell’ala cattolica: «Lobby laiciste minacciano le tradizioni»

«Guardiamo alle posizioni della Chiesa, è rimasta l’ultima realtà in grado di fornire le risposte giuste». Il presidente della Consulta etica Pedrizzi: «Questo testo unirà il partito»

Francesco Kamel

da Roma

«La strada da (ri)prendere è la strada di sempre». Così si intitola il documento che oggi verrà presentato alla Consulta etico-religiosa di Alleanza nazionale da una decina di esponenti cattolici tra cui Riccardo Pedrizzi, Gustavo Selva, Alfredo Mantovano e Antonio Mazzocchi. Il testo richiama il partito a una piena e convinta adesione ai valori della Chiesa. Non è ancora stato deciso se presentarlo anche all’Assemblea nazionale che si aprirà domani a Roma. Ma questa presa di posizione dei cattolici rappresenta comunque un contributo di cui l’incontro dell’Ergife dovrà tenere conto.
Nella prima parte del documento si denuncia «un assalto del laicismo verso le strutture istituzionali, culturali e sociali che rappresentano l’espressione della cultura non solo cattolica in senso stretto ma più genericamente tradizionale». Inoltre si lamenta che il «modello costituito dalla tradizione culturale cattolica è considerato regressivo e antimoderno». Il documento rileva che questo «attacco» è portato «da vere e proprie lobbies» e «si fonda su un’idea di libertà individuale scissa da ogni responsabilità e svincolata da qualunque ancoraggio etico». Nella prospettiva laicista «si esclude la possibilità di vietare tutto ciò che la scienza o la natura rende possibile e, anzi, lo si postula come oggetto di un diritto pieno e incondizionato della persona che la legislazione positiva può solo assecondare».
La seconda parte del testo sottolinea la necessità per la Destra italiana di far propri i valori cattolici e tradizionali senza «temere una deriva clericale». In questo contesto «è logico che l’attenzione si concentri sulle posizioni della Chiesa perché essa è davvero l’ultima grande “agenzia di senso” del nostro tempo ed è in grado di fornire le giuste risposte».
In un momento di crisi d’identità del partito, questa “dichiarazione di fede” rappresenta una proposta forte che punta dritto ai “contenuti”. Per Riccardo Pedrizzi, presidente della Consulta e responsabile di An per le politiche della famiglia, la presentazione del documento «rappresenta un contributo di taglio culturale, che non si occupa di nomi o organizzazione, finalizzato a riaffermare i valori di Fiuggi e inserirli nel dibattito in atto in questi giorni sia in An che nel Paese. Un testo figlio di una sensibilità spirituale e non certo confessionale». Infatti a Publio Fiori che ritiene «giunto il momento di fare un partito di cattolici», Pedrizzi ha risposto che «nel momento in cui cultura laica e cattolica stanno intessendo un dialogo, un partito confessionale non serve a nessuno e poi le esperienze centriste sono ormai superate». Secondo il presidente della Consulta «il testo invece di dividere unirà il partito, perché sia i cattolici che i laici di An fanno riferimento a una visione spirituale della vita». Ma Pedrizzi guarda anche fuori An e ammonisce tutti i cattolici italiani: «Se la sinistra torna al governo, l’infezione zapaterista contagerà anche il nostro Paese». Rispetto ai lavori dell’Assemblea nazionale Pedrizzi è più ottimista: «Gianfranco Fini a Fiuggi ha avuto l’intuizione di trovare una sintesi tra le tre tradizioni politiche della Destra italiana: missina, cattolica e liberale. Queste anime devono dialogare e trovare una sintesi. Il presidente sicuramente saprà dare le risposte giuste».

Atteggiamento conciliante, quello di Pedrizzi, estremamente significativo per Fini perché significa che la componente cattolica di An non ha un “nome” da contrapporgli ma vuole solo rassicurazioni sui valori fondamentali.

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