da Roma
Colpo di scena, nell’ormai sanguinosa guerra tra politica e antipolitica. Il «grande accusatore», Beppe Grillo, proscioglie «il grande accusato», Clemente Mastella. Possibile? Dopo mesi di duelli a colpi di blog? Dopo che l’animatore del V-Day aveva pubblicizzato il sito-ombra Demente mastella.com», uno dei più impietosi nell’accusare il leader di Ceppaloni? Che sia il frutto di una nuova beffa online?
No, tutto vero. E infatti a sorpresa lo showman che da un mese crocifigge il centrosinistra in tutte le piazze d’Italia, assolve il ministro della Giustizia: «Non ci sto più al gioco al massacro ceppalonico. Mastella è solo un capro espiatorio. Il migliore sulla piazza della politica, certo. Per questo hanno scelto lui». Non solo. Annuncia un grande passo: «Vado fino a Ceppaloni se mi invita».
Ovvio che chiunque abbia letto, ieri, si sia per un attimo convinto di avere le traveggole, dopo che nel V-day Mastella aveva totalizzato un numero impressionante di «vaffa». E invece, persino sulla contestatissima vicenda dell’indulto Grillo apre uno spiraglio a uno dei bersagli preferiti delle sue invettive: «Non è stata una sua idea, ne sono convinto. Gli è stato ordinato dal Parlamento. E chi nel Parlamento lo ha spinto di più? Lo “psiconano” (Silvio Berlusconi, ndr) che nelle piazze straparla sulla sicurezza con la badante rossa (Michela Brambilla, ndr)».
Il punto di svolta che ha indotto Grillo al cambio di linea (ma fino a quando?) è stata la puntata di Ballarò in cui il Guardasigilli è stato assediato dal conduttore Giovanni Floris e dai suoi ospiti. Così Grillo spiega perché non ci sta: «Ho letto che Mastella vuole scrivere un libro su tutte le altre “caste”. Sono d’accordo con lui». È pronto alla collaborazione, addirittura, al punto da spingersi «a offrire la prefazione o persino a scrivere il libro a quattro mani»..
Mastella, dopo giorni di isolamento sembra fuori di sè dalla contentezza: «È vero, ci sono tante caste, molto molto più forti della politica». E ufficializza subito una controproposta: «Per quel che mi riguarda - spiega il ministro della Giustizia - Grillo può venire tranquillamente a Ceppaloni, come ha chiesto, e possiamo scrivere il libro a quattro mani». Perché, aggiunge Mastella, «nel nostro Paese c’è oggi sotto pressione la classe politica con tutte le sue responsabilità, ma ci sono tante caste che sono molto più forti e potenti della cosiddetta “casta politica”».
Ma la corrispondenza di amorosi sensi non cancella tutte le ruggini, se è vero che nella stessa pagina di apertura, poi, Grillo pubblica una lettera al presidente della Repubblica inviata dal fratello di Paolo Borsellino e da Sonia Alfano in cui si chiede un intervento sull’iniziativa del ministro della Giustizia sulla magistratura calabrese. «Chiediamo l’intervento del capo dello Stato - si legge nella lettera pubblicata - per porre fine all’imbarazzante e offensiva attività del ministro Mastella tesa a imbavagliare la verità e scongiurare che la giustizia possa, definitivamente, arrivare a lui. Per evitare ciò ha chiesto al Csm il trasferimento del pm De Magistris motivando la richiesta come atto dovuto - aggiungono i due - a seguito delle risultanze delle ispezioni ministeriali presso la Procura di Catanzaro». Non solo: «Sarebbe opportuno - concludono i due - che Mastella si dimettesse subito, così da rendere più sereni anche gli italiani, ai quali chiediamo di non dimenticare che Mastella è testimone di nozze del pentito di mafia Francesco Campanella.
Insomma, Grillo ha fatto un sconto di pena al suo «vaffanculato» preferito Mastella. Ma non gli ha ancora concesso la grazia.
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