Politica

Grillo: "Il Pd è un carro funebre". Romagna, una sberla per Fassino

Il comico neotesserato attacca i vertici: "Sono morti che camminano". I dirigenti romagnoli smentiscono l’ex segretario ds (che fa la vittima). Il Pd e il convitato Di Pietro. Dì la tua sul blog

Grillo: "Il Pd è un carro funebre". Romagna, una sberla per Fassino

Roma - Il Pd continua ad avere un Grillo per la testa: non passa giorno che i dirigenti del partito non si prendano un cazzotto in bocca dal comico. Il quale, alla spasmodica ricerca di un pertugio in cui infilarsi per sputtanare la sinistra al suo congresso di ottobre, alla fine ce l’ha fatta. Una tessera se l’è infilata in tasca, anche se non è detto che possa, di fatto, partecipare alla corsa per la segreteria. Nell’attesa, pesta come un fabbro i vertici piddini. Che, democraticamente, incassano una volta a testa, un po’ per uno. Ieri è stata la volta di Fassino, sponsor di Franceschini, che ha vissuto una vera e propria domenica bestiale. Schiaffi da Grillo e sberle pure dal segretario Pd di Imola che gli ha scritto una lettera di fuoco. Ma andiamo con ordine.

Appena annunciata la volontà di scendere in campo per far piazza pulita di quei, parole di Grillo, «rifiuti tossici della sinistra», dal partito è stata fatwa. Tutti a sbattergli la porta in faccia, terrorizzati dal comico sempre più acclamato dalla base. E via con il niet da mezzo pubblico: «Il partito non è autobus» (Bersani); «Il partito non è un tram» (Melandri); «Il partito non è un taxi» (Fassino). «L’unica cosa certa che sappiamo del Pd è che non è un veicolo a motore», aveva subito risposto Grillo sul suo blog. E ieri è tornato sull’argomento, ripescando la metafora fassiniana del taxi: «Ha ragione - ha detto in un’intervista al settimanale tedesco Der Spiegel -. Non è un taxi ma un carro funebre». E ancora, sulla stessa lugubre cifra stilistica: «Se entrassi in questa gara finta, che chiamano primarie, probabilmente vincerei. Di questo i capi hanno una maledetta paura. L’intera sinistra è un imbroglio: sono morti che camminano».

L’altro ceffone Fassino lo ha preso dal compagno di partito Fabrizio Castellari, segretario del Pd di Imola. Tipico caso di fuoco amico che però ci sta in un momento in cui i coltelli sono sempre più affilati in vista della conta congressuale.

Il casus belli sarebbe il mancato invito alla festa del partito di Imola, che a Fassino proprio non è andato giù. Forse perché lì, in Emilia Romagna, quasi tutti sostengono il dalemiano Bersani e non il fassinian-veltroniano Franceschini? Sta di fatto che il lamento a mezzo stampa ha così provocato la reazione stizzita del Pd imolese. «Carissimo Piero - ha così scritto il segretario cittadino Fabrizio Castellari - abbiamo letto con sorpresa una tua battuta infelice circa il tuo mancato coinvolgimento alla nostra festa estiva, a tuo dire dopo dieci anni di ininterrotta presenza». Poi, i puntini sulle “i”: «Negli ultimi dieci anni hai fatto tappa alla nostra kermesse soltanto due volte, l’ultima nel 2003». L’ultima stilettata è di quelle che fanno male: «È sempre inelegante tirare gli argomenti ai propri fini, anche quando non si prestano o sono del tutto infondati, quando non poggiano su nulla».

Parole come pietre che hanno obbligato il povero Fassino a scartabellare l’agenda degli ultimi anni per sapere con precisione tutte le volte che è passato da lì.
Una replica che cerca di depurare i rapporti sempre più tossici tra franceschiniani e bersaniani: «Agenda alla mano non è difficile verificare che nel corso degli ultimi 10 anni, su invito dei dirigenti locali, sono stato ad Imola ogni anno, almeno una volta, per partecipare a feste e a iniziative politiche e istituzionali», ha ribattuto Fassino. Che poi ha aggiunto: «Per stare soltanto all’ultimo periodo, nel 2008 ho preso parte alle celebrazioni del 25 Aprile e poi a manifestazioni in sostegno del sindaco Manca e dell’onorevole Marchignoli».

Ma, insomma, per quell’invito mai arrivato, male c’è rimasto male: «Proprio per questa intensità e frequenza di rapporti mi sono stupito di non aver ricevuto, come sempre in passato, l’invito a partecipare alla festa del Pd».

Commenti