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"Guadagno meno ma preferisco avere un team fisso"

Lavora come anestesista al Fatebenefratelli di Milano e negli ultimi anni ha lavorato senza orologio, senza giorno e notte, sacrificando famiglia e tutto

"Guadagno meno ma preferisco avere un team fisso"

Lavora come anestesista al Fatebenefratelli di Milano e negli ultimi anni ha lavorato senza orologio, senza giorno e notte, sacrificando famiglia e tutto. È nel reparto cruciale, quello in cui in pochi minuti si decidono le sorti di una persona. Ora che il Covid è finito, le condizioni di lavoro non sono migliorate.

Cosa accade nei reparti? È l'onda lunga della pandemia?

«La situazione era border line anche prima del Covid. Ora sta peggiorando. Il bisogno non cala, ma noi medici siamo sempre meno».

Perché i suoi colleghi si dimettono?

«O vengono assunti dagli ospedali privati, o vanno a fare i gettonisti. Giovani e meno giovani. Si fanno assumere dalle cooperative e lavorano a chiamata per più di un ospedale, pagati in base alle ore di turno svolte. È molto più remunerativo».

Quanto di più?

«Il turnista a gettone prende in media 120 euro lordi all'ora, noi medici con contratto 60 euro. Loro hanno una tassazione diversa e non hanno certi benefit che spettano a noi, ma la sproporzione tra gli stipendi è avvilente. Anche perché lavoriamo assieme, fianco a fianco».

Ha mai pensato di andare a lavorare nel privato?

«Sì, ci ho pensato. Ho anche pensato di fare la libera professionista. Ma resterò nel pubblico. Voglio lavorare con un team stabile, solo così si può aumentare la qualità. Credo nella bellezza del mio lavoro, mi sento ancora nella fase dell'apprendimento, non mi muoverò da qui».

Ma?

«Ma le condizioni economiche sono sempre più ostiche.

Ci viene anche tagliato del 25% il gettone necessario a coprire i turni delle sale incentivate, cioè il lavoro extra necessario a smaltire le liste d'attesa post Covid».

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