Guai a chi le ruba l’«amore» Cicciolina minaccia querele

Ha paura che le scippino l’«amore», Cicciolina (nella foto davanti a Montecitorio). L’ex pornostar - candidata a sindaco di Monza, neopensionata parlamentare a 3mila euro lordi al mese (legislatura 1987-1992) - che nel 1991 fondò con Moana Pozzi il «Partito dell’Amore» ha ribadito di voler rimanere l’unica a possederne il copyright politico. Di fatto, Ilona Staller lo farà valere alle prossime elezioni (compreso il simbolo che la ritrae) insieme al nuovo partito Dna fondato con l’avvocato Luca Di Carlo. Tramite quest’ultimo Cicciolina ha messo in guardia i colleghi politici: «Farò procedimenti giudiziari contro chiunque volesse appropriarsi dei medesimi simboli».

La domanda, che in Italia potrebbe crescere a proporzioni da Watergate, a questo punto è: chi ha messo gli occhi sulla dicitura «Partito dell’amore»? Perché Cicciolina si è mobilitata proprio ora per rimanere l’utilizzatrice finale del «Partito dell’Amore»? Misteri che confermano un vecchio adagio: in politica, quando si parla di amore, si finisce nelle aule giudiziarie.

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