Rinviato di un giorno il vertice decisivo tra l'Inter e il procuratore di Samuel Eto'o. Ma intanto l'allenatore del Barcellona Pep Guardiola parla già della punta camerunense come di un ex. «Non ci sono motivi calcistici per l'uscita di Eto'o dal Barca. È una questione di feeling». Alla sua prima conferenza stampa della pre-stagione, il mister blaugrana ha rivendicato la decisione di prescindere dall'attaccante camerunese, fra i principali artefici del tris di titoli portato a casa dal Barcellona nella scorsa stagione. «Capisco che la gente si chieda perché vada via, è un giocatore meraviglioso», ha esordito Guardiola davanti alle telecamere con la sua aria imperturbabile. «Samuel è sempre stato una delle chiavi del successo. È un giocatore straordinario che si sacrifica. Ma sono convinto che la cosa migliore per il club è che se ne vada».
L'allenatore ha spiegato di non avere «alcuna lamentela» da fare al camerunese e che non esistono neanche motivi personali e di comportamento: «Eto'o ha il suo carattere e la sua personalità e io non sono qui per cambiarli», ha osservato. «Non c'è mai stato un motivo grave per prendere una decisione di questo tipo. Ma è una questione di feeling, di sensazione. Non posso cambiare il carattere a nessuno, ma ho l'obbligo - ha messo in chiaro - dopo un anno così pieno di successi, di rinnovare lo spogliatoio e decidere su quali giocatori contare per la prossima stagione. Mi potrò sbagliare - ha aggiunto - ma sono qui per prendere queste decisioni per rinnovare la squadra».
Nel ringraziare l'attaccante camerunese «per tutto ciò che ha fatto per il club», Guardiola ha anche ammesso di «non aver parlato con Samuel»: Spero che non sia arrabbiato - ha aggiunto - perché tento sempre di essere leale e diretto». Il tecnico ha chiarito anche che «esiste ancora la possibilità che Eto'o resti al Barca, ma che sarà valutata se dovesse verificarsi». In quel caso, sfumerebbe l'ipotesi di acquisto di Ibrahimovic e andrebbe all'aria l'intera operazione con l'Inter: «Siamo un club ricco - ha detto l'allenatore - ma non fino a questo punto e per di più non sarebbe un buon affare».
Quanto al paragone del camerunese con Ronaldinho, venduto al Milan la scorsa stagione e andato via come insalutato ospite, secondo Guardiola non regge: «Non ha nulla a che vedere. Ronaldinho già non era più in squadra.
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