Cultura e Spettacoli

Guccini, Zero e Arbore al cospetto del Signor G.

Dal 21 al 23 luglio Enzo Iacchetti presenterà di nuovo a Viareggio l’omaggio al grande artista. Oggi i nomi dei cinque «giovani»

Paolo Giordano

da Milano

Ci fosse Gaber, questo Festival se lo godrebbe con lo stesso sguardo curioso che ha nella foto qui in alto. Un omaggio a Gaber. Un omaggio a Gaber nello stile che piaceva a Gaber. La seconda edizione del Festival Teatro Canzone quest’anno andrà in scena dal 21 al 23 luglio (con presentazione il 20) alla Cittadella del Carnevale di Viareggio, con un parterre di ospiti che da solo vale gli applausi. D’altronde l’obiettivo dell’Associazione Giorgio Gaber è quello di «promuovere e sostenere il teatro canzone come genere specifico nella cultura teatrale italiana». Allora prendete fiato: Renzo Arbore, Luca Barbarossa, Paola Cortellesi, Articolo 31, Giobbe Covatta, Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi, Francesco Guccini, Enrico Intra, Luciana Littizzetto, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, Flavio Oreglio, Massimo Ranieri, Enrico Ruggeri, Paolo Rossi e Renato Zero. Ciascuno di loro porterà sul palco un omaggio a Gaber, non una semplice canzone riproposta pari pari tanto per gradire (tra l’altro i prezzi sono competitivi: non più di 27 euro più prevendita).
«La loro adesione mi commuove» dice Dalia Gaberscik, figlia di Giorgio e Ombretta Colli, che quest’anno ha riconfermato Enzo Iacchetti nel ruolo del presentatore «ma non solo», anarchicamente in grado di interagire con gli artisti sul palco. «Enzino ha sempre la sua riserva pronta - dice lui - ho la mia chitarrina lì e mi piacerebbe ad esempio fare un acuto con Renato Zero perché questa è la magia di questo Festival. Certo, davanti alla Littizzetto mi spaventerò o magari si spaventerà lei, chissà». L’anno scorso, dice Iacchetti, «i cantanti se la facevano sotto che neppure a Sanremo» perché «comunque tutto il nostro mondo gira intorno a Gaber e quindi questa è effettivamente una prova impegnativa. Il pubblico del Festival è poi il pubblico di Gaber: di sicuro non lo conquisti in cinque minuti. Se sei presuntuoso, ti accoglie con un gelo che ammazza».
E la platea, quella platea, sarà un test importante anche per i cinque artisti del Teatro Canzone che sul palcoscenico porteranno originali e inedite interpretazioni musicali.
Tra ieri e oggi nell’Auditorium Gaber del Pirellone a Milano una giuria (composta tra gli altri da Curzio Maltese, Gino e Michele, Gad Lerner, Stefano Senardi, Fernanda Pivano e Andrea Kerbaker) li sceglierà tra dieci candidati già selezionati tra le 120 richieste di partecipazione: Osvaldo Ardenghi, Paolo Barillari, Filippo Bessone, Luca Bonaffini, Egidia Bruno, Stefano Covri, Simone Cristicchi, Roberto Messini, Rocco Papaleo e Claudio Sanfilippo. Loro (che qui a Milano si esibiscono anche davanti a Paolo Rossi, Ricky Gianco, Enrico Ruggeri, Flavio Oreglio, Enrico Intra e Gianfranco Manfredi) proveranno a trovare i nuovi cromosomi di quel teatro canzone che Gaber ha impalcato in tanti anni fino a trasformarlo in un codice artistico così personale da essere inimitabile. Forse per questo la proiezione gratuita di alcuni video inediti nei giorni del Festival (solo su prenotazione al sito www.giorgiogaber.it) ha già ricevuto centinaia di adesioni e la trovata di Gian Piero Alloisio, che l’8 luglio metterà in pratica un omaggio itinerante sulla passeggiata a mare di Viareggio intitolato «Libertà è partecipazione», avrà i carati dell’opera d’arte.

E forse per questo, se potesse starsene sottopalco, Gaber avrebbe lo sguardo incuriosito: l’unica chiave per entrare nel cast del suo Festival è l’arte, non l’appartenenza.

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