Politica

Guerra agli stupratori: in Francia sì del governo alla castrazione chimica

Alberto Toscano

da Parigi

«Occorrono trattamenti pesanti», dice la deputatessa francese Valérie Pécresse a proposito dei metodi da utilizzare nei confronti delle persone condannate per stupro. Negli ultimi mesi è esplosa la polemica sulla recidiva. Gente che s'era vista ridurre la pena per buona condotta ha perpetrato crimini orrendi, stuprando e uccidendo poco dopo aver ritrovato la libertà. I magistrati sono stati accusati dalla stampa d'aver manifestato troppa generosità nei confronti di persone «ad alto rischio». A loro volta, i giudici hano detto d'essersi limitati ad applicare la legge. Così, in una girandola di polemiche, gli stupratori continuavano a lasciare il carcere senza scontare la totalità della pena.
Adesso il governo di centrodestra, composto dall'Union pour un Mouvement populaire (Ump), ha deciso il giro di vite a carico delle persone condannate per violenza sessuale. Tolleranza zero e applicazione sistematica, per chi torna in libertà, di drastiche misure di controllo come il “braccialetto elettronico”. Questa apparecchiatura segnala costantemente la posizione del pregiudicato e lancia l'allarme se qualcuno cerca di togliersela di dosso. Annunciando le nuove norme di controllo sulle persone che tornano in libertà, dopo aver scontato una condanna per stupro, il ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy, che è anche presidente dell'Ump, ha detto che occorre prevedere un «trattamento medico» e un'efficace vigilanza per evitare la recidiva. Parlando ieri a Parigi di fronte a duemila poliziotti, Sarkozy ha detto: «Io spero che si possa uscire dal tabù concernente il trattamento medico di certi individui che non riescono a controllare le loro pulsioni»... È la linea dei “trattamenti pesanti”, sollecitata da Valérie Pécresse nel suo ruolo, oltre che di deputatessa, di portavoce ufficiale dell'Ump.
Il caso su cui tutta la Francia sta riflettendo è quello di Patrick Trémeau, scarcerato in maggio dopo aver scontato 16 anni di prigione per aver violentato (o tentato di violentare) 14 donne e 7 anni per altri reati. Adesso Trémeau è stato incolpato per tre stupri commessi negli ultimi mesi, dopo la sua liberazione. Che cosa si poteva e si doveva fare? Sarkozy dice che vanno previste - nel caso dei reati sessuali - strette misure di controllo. Almeno per un certo tempo.
Una legge in questa direzione è già stata approvata nel 1998, ma per Sarkozy non viene applicata col dovuto rigore e soprattutto non viene applicata alle persone condannate prima di tale data. Ecco esplodere una polemica tra governo e magistratura. Il sindacato delle toghe considera incostituzionale la retroattività delle norme del 1998. Il governo replica che non è possibile ignorare il pericolo e che comunque una prevenzione del genere - basata sulla diffusione del «braccialetto elettronico» - non sarebbe incostituzionale. Il ministro della Giustizia Pascal Clément ha sposato la linea dura di Sarkozy.

Secondo il Guardasigilli, qualsiasi persona condannata ad almeno cinque anni per un reato sessuale deve accettare un periodo più o meno lungo di libertà col «braccialetto elettronico».

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