Guerra di cifre sulla Rc auto L’Ania: no a tasse sul ramo vita

Pierluigi Bonora

da Milano

All’assemblea dell’Ania si è ripetuta la guerra di cifre sul tema Rc auto. Da una parte quelle snocciolate dal presidente Fabio Cerchiai, secondo cui «da giugno 2003 a maggio 2006 le tariffe delle polizze sono salite del 4,4%, mentre i prezzi al consumo sono aumentati del 6,5%»; dall’altra la versione delle associazioni consumatori che, oltre a contestare il dato, ne presentano uno completamente diverso.
Il rincaro, per loro, è superiore, addirittura nell’ordine del 44 per cento. «La verità - sostengono i consumatori - è che le assicurazioni oggi godono di ottima salute e di grossi introiti specie negli altri rami d’attività, come quello vita, e non hanno più alcun alibi che impedisca di ridurre le tariffe almeno del 20%, considerata la minore incidentalità registrata grazie alla patente a punti e accertata da tutti gli organi del settore». Cerchiai, durante la sua relazione, ha presentato il quadro in cui si muove il settore che, alla vigilia dell’assemblea, ha assistito alla nascita del colosso Generali-Toro che va a posizionarsi al primo posto tra i gruppi assicurativi anche nel ramo danni in Italia. Il 2005, comunque, è stato un buon anno: è salito l’utile nel settore Rc auto, ma è rimasta sostanzialmente stabile la raccolta premi. L’utile, al netto della riassicurazione, è stato pari a 1,48 miliardi, in crescita del 16% rispetto ai 1,2 miliardi del 2004. Nel 2005, inoltre, l’ammontare complessivo dei premi Rc auto è stato pari a 18,2 miliardi, il 50,1% di quelli complessivi delle assicurazioni danni. L’aumento rispetto al 2004 è risultato dello 0,6%, il più basso tasso di crescita mai registrato dal comparto, secondo l’Ania. La dinamica dei premi, ha aggiunto Cerchiai, è dovuta soprattutto al miglioramento dei risultati tecnici degli anni precedenti che ha indotto molte imprese a non incrementare sempre nel 2005 le proprie tariffe. Considerando che nel 2005 il parco auto circolante è cresciuto del 2,1%, il premio medio effettivo per veicolo è calato, per l’Ania, dell’1,5 per cento. Sul tappeto, comunque, i problemi non mancano. L’Italia, infatti, è il Paese dell’Ue dove si registra il più elevato tasso di crescita (più 25%) del costo medio totale dei sinistri tra il 2001 e il 2004. Un importante aiuto a risolvere il problema verrà certamente dall’entrata in vigore dell’indennizzo diretto che, tuttavia, ha bisogno di regole chiare e semplici per il risarcimento. «Sappiamo bene - ha osservato Cerchiai - che il costo della Rc auto è percepito come eccessivo. Ma, ragionevolmente, il contenimento dei premi non può che derivare da una riduzione del costo medio dei sinistri e della loro frequenza di accadimento». In pratica si dovrebbero mettere in atto azioni per ridurre il numero degli incidenti (la cui frequenza è pari all’8,6%, quasi il doppio che in Francia) e riportarne il costo ai livelli europei. Basti pensare che tale costo in Italia, nel 2005, ha raggiunto i 4.100 euro, il valore più elevato in Europa (3.500 in Germania e 3mila in Francia). L’Ania punta molto sull’entrata in vigore dell’indennizzo diretto, quel particolare meccanismo che permette un rimborso rapido, attraverso il quale il danneggiato viene velocemente ripagato dalla sua stessa compagnia la quale, a sua volta, si rivarrà successivamente su quella del responsabile del danno. Il presidente degli assicuratori ha quindi accolto con «grande disponibilità» l’invito del viceministro per lo Sviluppo Economico, Sergio D’Antoni, ad aprire un tavolo di confronto con Governo, sindacati e consumatori su questo argomento.
All’assemblea non si è parlato solo di Rc Auto.

Sul tema tasse l’Ania ha mandato al Governo un messaggio chiaro: le polizze vita e più in generale i prodotti assicurativi non possono essere considerati rendite finanziarie e non dovrebbero in alcun modo essere tassati. «Faccio fatica a considerare rendite finanziarie il capitale accumultao in un certo numero di anni», ha precisato il presidente Cerchiai.

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