Roberto Scafuri
da Roma
La parola dordine dei socialisti è: «Trovare unoccupazione a Marco». La parola dordine dei radicali è: «Fargliela pagare a Turci, e riappropriarsi del gruppo alla Camera e, dunque, della Rosa». La segreta speranza dei socialisti è: «Ma perché il presidente Napolitano non nomina Pannella senatore a vita? Un colpo secco, uno di destra che sta con la sinistra... Diventerebbe ciò che ha sempre sognato, lago della bilancia della vita politica italiana». La segreta speranza dei radicali è: «Assorbire piano piano quel po di struttura sul territorio che ha lo Sdi, per diventare finalmente un partito che si rispetti e non un circolo dopinioni presente soltanto a Roma e in qualche grande città... ».
Attorno a questi pensieri proibiti, dunque anonimi come si conviene, si è consumata anche ieri la battaglia del secolo, che qualcuno alla Camera ingenerosamente ha già definito «Batracomiomachia», lapparentemente stolto - e comico - duello tra rane e topi. In mattinata, nellaustera cornice della sede Sdi di piazza in Lucina, lincontro cordiale tra Marco Pannella ed Enrico Boselli. Marco, gentile e sicuro di sé (ma è il caso di dirlo?): «Enri, daje, famola finita. Facciamo un co-presidente del gruppo alla Camera, uno nostro da affiancare al vostro Villetti... ». Enrico, cuor tenero e stomaco dacciaio, con il sorriso delle migliori cattiverie: «Marco, sono daccordo. Però facciamo pure un co-ministro, che affianchi Emma Bonino... ». Segue qualche «bip» censorio, saluti e (carissimi) nemici, come prima.
Scena seconda, riunione di gruppo a Montecitorio. Si rivota sulla presidenza, dopo lautosospensione di Villetti. Dei quattordici deputati, presenti i sette socialisti, assenti i sette radicali. Decidono i due ex ds, ovvero Lanfranco Turci e Salvatore Burgio, eletti in «quota radicali» ma, come ha ricordato ieri Turci, «mai prestato giuramento di fedeltà a Pannella». Voto unanime per rimettere in sella il socialista Villetti. Fuoco e fiamme radicali. Per meglio dire: il presidente della commissione Attività produttive, Daniele Capezzone, preme come al solito sullacceleratore (non si sa se per tenere in vita la Rosa o per affrettarne lafflosciamento): «Quelli dello Sdi confermano la loro logica chiusa, asfittica, autoreferenziale, da cooperativa». Capezzone al Giornale lascia emergere linsanabile dissenso ideologico che separa questi radicali da questi socialisti. «Noi lavoriamo per le liberalizzazioni... E loro? Da loro in sette mesi ho sentito solo uno slogan, pure sbagliato: scuola pubblica, scuola pubblica... ». Boselli rilancia con la richiesta di convocare per oggi o domani una segreteria «per uscire dalle secche» e parlare di «regole federative»: tra le quali «primarie per i candidati e referendum per le scelte fondamentali».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.