Guerra Roma-Fiumicino sulle tariffe dei taxi

Roberto Filibeck

Roma contro Fiumicino: ormai è guerra aperta tra le due amministrazioni su quello che è ormai diventato il casus belli sui taxi in servizio nello scalo romano. Dopo la vicenda della recente bagarre, peraltro mai risolta del tutto, sulle competenze in materia di abusivismo dei taxi all’aeroporto di Fiumicino tra caschi bianchi del Gruppo intervento traffico di Roma e quelli del comune portuale, ora è la volta delle tariffe applicate dai tassisti. Nel senso che i conducenti di Roma da tre giorni, come prevedeva il protocollo d’intesa ratificato in prefettura tra i due comuni, stanno applicando la tariffa unica (40 euro da Fiumicino, 30 da Ciampino), per trasportare i clienti dagli aeroporti fino a Roma, mentre i 36 loro colleghi con licenza rilasciata dal Comune di Fiumicino, non essendo stato mai trovato un accordo col Campidoglio, continuano a lavorare facendo scattare il tassametro e a far pagare 70-80 euro per lo stesso tragitto. Questo perché viene vietato loro, una volta giunti a Roma col cliente, di poter accogliere passeggeri anche nel tragitto di ritorno in aeroporto. Una vicenda che non solo ha allontanato ancora di più le due amministrazioni ma che viene imputata all’atteggiamento del Campidoglio. «Fiumicino è sconcertata dall’arroganza dimostrata dall’amministrazione comunale di Roma - tuona Anselmo Tomaino, assessore all’Edilizia e Mobilità del Comune di Fiumicino - che noncurante delle numerose riunioni e incontri avvenuti tra le amministrazioni, alla presenza del prefetto e dei vertici aeroportuali, ha deliberatamente disatteso i contenuti del protocollo d’intesa sottoscritto nel marzo scorso. Veltroni - prosegue Tomaino - ha fatto saltare quell’accordo: alla stregua del Campidoglio, agiremo per nostro conto applicando una tariffa fissa che inevitabilmente dovrà essere superiore a quella di Roma, considerando che i nostri taxi non possono prelevare utenti nella capitale». Alza le braccia il sindaco di Roma: «Se Fiumicino invece di far pagare 40 euro ne vorrà far pagare 60, immagino che i passeggeri preferiranno andare sui taxi in cui si paga 40 - stigmatizza Walter Veltroni -. Il Comune di Fiumicino faccia quel che vuole, non posso interferire con quello che fa un Comune fuori dall’ambito delle mie responsabilità. Abbiamo fatto un accordo che si sta rispettando, che prevede una tariffa fissa da Fiumicino. È un accordo sacrosanto che viene accolto bene dai passeggeri e anche dai tassisti. Quello abbiamo fatto e quello continueremo a perseguire». Non lesina critiche, rivolte a Veltroni, il vicepresidente del Consiglio comunale Vincenzo Piso (An). «Siamo costretti a constatare il mancato rispetto degli accordi da parte del sindaco Veltroni - afferma Piso -. Risale infatti a marzo, tra l’altro ancora prima del decreto Bersani, il protocollo stilato tra le amministrazioni del Comune di Roma e quello di Fiumicino che prevede l’applicazione di una tariffa unica alla quale i tassisti, sia quelli romani che quelli di Fiumicino, si sarebbero in seguito adeguati.

Invitiamo il sindaco ad assumere un atteggiamento consequenziale rispetto a quelli che sono stati gli accordi presi con il Comune di Fiumicino: a nostro avviso si corre il rischio che il risultato di tali comportamenti altalenanti tenuti dal sindaco Veltroni, sia una scarsa fiducia da parte dell’amministrazione comunale di Fiumicino nei confronti del Campidoglio, nonché tra i lavoratori stessi, che rischiano di rimanere vittime innocenti di un’ingiusta sperequazione nei confronti dei tassisti di Roma». Intanto all’aeroporto di Fiumicino, al terzo giorno dall’entrata in vigore dei 40 euro per una corsa dallo scalo all’interno delle Mura Aureliane, non è ancora migliorata l’informazione sulla tariffa unica.

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