Esplode la guerra interna ad Alleanza nazionale in Liguria, anche a suon di colpi proibiti, in vista della scadenza elettorale 2006 e delle relative candidature. Nellocchio del ciclone finisce subito lonorevole Giorgio Bornacin, vicepresidente della Commissione Trasporti di Palazzo Montecitorio, già coordinatore regionale di An e oggi fra coloro che aspirano a riproporsi per il parlamento.
Bornacin, in particolare, è chiamato al banco degli imputati per «latitanza politica, gestione disastrosa e ripetuti insuccessi elettorali». Proprio per questo, ricandidarlo «dopo cinque legislature, di cui tre in Regione e due in parlamento, sarebbe una scelta incoerente». A lanciare la serie pesantissima di accuse (come abbiamo riportato domenica su queste pagine) sono due consiglieri provinciali del partito di Fini a La Spezia, Roberto Rolla e Davide Parodi - legati a doppio filo allex assessore Giacomo Gatti -, che si sono autosospesi per protesta chiedendo, fra laltro, di «ascoltare la base, anche tramite le primarie, prima di decidere gli esponenti da mettere in lista».
Il discorso - ha ribadito ancora una volta ieri Parodi - prescinde dallipotesi-Sandro Biasotti, seppure ancora ufficiosa: «La candidatura dellex presidente della Regione sarebbe comunque un valore aggiunto - spiega Parodi, anche a nome di Rolla -. Ma il problema è un altro: è profondamente sbagliato che a scegliere sia il vertice, senza consultare gli iscritti».
Ma il vero timore è che, col nuovo sistema elettorale, «che ha vantaggi e svantaggi, ma in ogni caso sceglie gli eletti, non i candidati», vengano messi in cima alla lista Biasotti e Bornacin lasciando al palo proprio quel Gatti che invece - sempre secondo il due dissenzienti - ha un grosso seguito nel partito».
«Balle - replica Bornacin, a muso duro -. Non cè bisogno delle primarie per scegliere i candidati, anche se piacciono a chi ha già dimostrato di voler essere eletto a tutti i costi a dispetto dei santi, a Genova, a La Spezia e nel resto del Paese. Per capire chi ha o non ha seguito fra i cittadini basta fare la prova-marciapiede. Per quanto mi riguarda - aggiunge il deputato di An -, io lho fatta e la faccio in continuazione, e verifico che la gente mi conosce, mi saluta, dialoga con me, mi chiede e ottiene risposte. Il resto è solo chiacchiera superficiale».
Bornacin si sente sicuro anche sulla considerazione del presidente del partito: «Ho parlato a lungo con Gianfranco Fini di recente - spiega -. Sono tranquillo e sereno sul suo giudizio. Mi ha detto chiaro e tondo che ho fatto bene. Certo, errori se ne possono fare e si fanno, a tutti i livelli. Ma mi sembra incomprensibile e ingiustificabile il giudizio di chi, come fanno i due dissenzienti, attribuisce al sottoscritto le sconfitte del partito in Liguria dal 1995 in poi. Mi pare che, proprio a partire da quella data, ci siano stati anche dei risultati positivi di cui, se mai, si sono avvantaggiati in tanti...».
Bornacin intravede altre motivazioni nella critica: «Prima di tutto bisognerebbe chiedersi cosa hanno fatto finora Rolla e Parodi. Mi risulta che questultimo, in particolare, sia sempre stato molto abile a chiedere contributi e la presenza di deputati alle feste da lui organizzate. Parla proprio lui che si era opposto a Gatti per le regionali del 2000, e che ha trasmigrato dalla corrente di La Russa a quella di Matteoli e infine di Alemanno. Per fortuna - insiste Bornacin - che Fini ha fatto loperazione, anche dolorosa, di abolire le correnti interne».
Le correnti, appunto: mala pianta, secondo lex coordinatore regionale. «Altro che! - sbotta - Se qualcuno vuole trasformare Alleanza nazionale in un correntificio, ha sbagliato indirizzo. E non ha proprio seguito, né a livello locale, né a livello nazionale».
Resta il nodo-Biasotti: «Ho parlato anche di questo col presidente Fini - ammette Bornacin -. Ho dato una mia valutazione. La decisione, in ogni caso, sarà meditata, ma, sia chiaro, non passerà dalle primarie.
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