L'indietreggiamento della flotta russa da Sebastopoli a Novorossijsk potrebbe aver segnato un punto di svolta degli equilibri nel Mar Nero e nel conflitto. Ma soprattutto, ha segnato un grosso punto a favore di Kiev. Circostanza quest'ultima che sorprende e non poco: l'Ucraina, rimasta praticamente senza marina, nei primi mesi di guerra ha dato per imminente uno sbarco delle forze di Mosca a Odessa. Adesso osserva allontanarsi le navi russe sia dalle proprie coste che da quelle della Crimea. Il successo, ottenuto con un'apparente limitata disponibilità di forze, potrebbe rappresentare una svolta nelle modalità di svolgimento della guerra.
Un nuovo modo di fare la guerra
Il successo di Kiev nel Mar Nero può in primo luogo essere spiegato con l'uso di forze non convenzionali. Del resto, come detto, gli ucraini non ne avevano a disposizione. Non solo mancava una vera e propria marina, ma ancora oggi la stessa aviazione non è in grado di penetrare in profondità nelle difese russe e offrire un vantaggio tattico.
Gli ucraini hanno così ripiegato su altri mezzi. A partire dai droni. Ne sono stati costruiti a decine e altrettanti ne sono stati impiegati. Molti di essi sono stati puntati contro obiettivi russi nel Mar Nero e in Crimea. Lo stesso porto di Sebastopoli è stato preso varie volte di mira e già da diversi mesi non è più ritenuto esattamente al sicuro. Oltre ai droni, hanno fatto la comparsa sulla scena anche i barchini senza pilota. Meno costosi delle navi tradizionali, più facili da manovrare e più difficili da intercettare: mezzi del genere, specialmente nell'anno in corso, hanno creato molti danni alla flotta russa e hanno messo in allerta le difese sul punto dello stretto di Kerch.
Andriy Zagorodnyuk, ex ministro della Difesa ucraino, sul Guardian ha azzardato alcune stime. "Costruire un drone marino pieno di esplosivi costa dai 10.000 ai 100.000 Dollari - ha dichiarato - una volta rilasciati in sciami, hanno preso di mira le navi russe per un costo di centinaia di milioni di dollari"
"È un modo estremamente asimmetrico di combattere le navi nemiche - ha aggiunto poi Zagorodnyuk - Questo vale per costi e tempi. Non puoi costruire rapidamente una nuova nave, mentre al contrario in poco tempo puoi avere a disposizione decine di barchini senza pilota". Secondo l'ex rappresentante della Difesa ucraina, quello messo in piedi da Kiev altro non è che "un nuovo modo di fare la guerra, una nuova forma di guerra".
A dare il colpo di grazia alle difese russe nel Mar Nero, è stato il raid del 22 settembre scorso che ha centrato il quartier generale della flotta russa di Sebastopoli. Pochi giorni dopo, l'Isw ha notato lo spostamento di diverse navi russe verso il porto di Novorossijsk. Più lontano rispetto alla Crimea e meno attrezzato a livello infrastrutturale rispetto a quello di Sebastopoli.
Il Mar Nero come test
Sempre sul Guardian, a ribadire le frasi di Zagorodnyuk è stato il suo successore al ministero della Difesa, Oleksii Reznikov. “Questa guerra è l’ultima guerra terrestre convenzionale - ha dichiarato al quotidiano inglese - Le guerre del futuro saranno hi-tech. Il Mar Nero è come un poligono. Stiamo assistendo a seri test di combattimento".
Se Kiev ha vinto una battaglia con il quasi totale ausilio dei droni, è il ragionamento dell'ex ministro ucraino, vuol dire che in futuro le battaglie saranno combattute con questi mezzi prima ancora che con quelli convenzionali. Del resto, l'importanza dei droni nei conflitti odierni era già risultata palese nel 2020, durante le battaglie tra azeri e armeni nel Nagorno Karabakh. La disponibilità di grandi quantità di droni, per Baku ha rappresentato uno degli elementi decisivi.
Il Mar Nero quindi potrebbe rappresentare un primo test di una nuova modalità di confronto in battaglia. Ne è convinto anche il ministro della Difesa britannico James Heappey, secondo cui la flotta russa ha subito dagli ucraini una sconfitta funzionale. "Mosca è stata costretta a disperdersi in porti dai quali non può avere alcun effetto sull'Ucraina", ha dichiarato durante il forum sulla sicurezza di Varsavia.
Crimea nel mirino
La battaglia però non è ancora terminata. La Russia anche nelle acque antistanti la Crimea ha le sue importanti carte da giocare. In particolare, dal Mar Nero le forze di Mosca sono ancora nelle condizioni di colpire il territorio ucraino. Inoltre, il Cremlino rappresenta un attore comunque importante in tutta l'area. Anche se non più egemonico, com'era fino a pochi mesi fa.
Per Kiev potrebbero comunque aprirsi prospettive interessanti sulla Crimea.
L'indietreggiamento della flotta russa, potrebbe dare agli ucraini slancio per mettere ulteriormente sotto pressione le forze russe presenti. L'obiettivo, oltre a riprendersi la penisola, è quello di allontanare i russi dal sud dell'Ucraina ed evitare di far arrivare qui mezzi, uomini e rinforzi.
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