Dietro l`insistenza con cui Washington ha preteso l`invio dei Leopard in Ucraina c`è un radicale cambio di strategia. Le anticipazioni sulle mutate priorità sono emerse dopo la visita del direttore della Cia William Burns a Kiev. All`indomani di quella visita il Pentagono ha chiesto ai vertici militari ucraini di ridurre il livello di resistenza intorno a Bakhmut, dove Kiev perde un centinaio di uomini al giorno. Contemporaneamente sono trapelate le indiscrezioni sul via libera all`uso di armi americane per colpire la Crimea. Il dispiegamento di oltre un centinaio di carri occidentali va inserito in questo trittico. Burns è corso a Kiev per trasferire agli ucraini le informazioni d`intelligence su un`imminente offensiva russa. Uno scenario che preoccupa gli americani consapevoli di come le pesantissime perdite di Kiev mettano a rischio la tenuta del fronte.
Per questo Washington preme perché l`alleato abbandoni Bakhmut e si concentri sulla preparazione di una risposta all`offensiva. Nei piani Usa quella risposta deve essere psicologicamente e militarmente decisiva. Anche perché gli ucraini, ormai a corto di uomini, non possono tentarne un`altra. Il piano Usa punta dunque sui tank per sfondare il fronte, incunearsi tra le linee russe della provincia di Zaporizhzhia e tagliare il cordone ombelicale su cui si muovono truppe e rifornimenti russi dalla Crimea a Melitopol e Mariupol. Un`avanzata su quell`asse taglierebbe in due il contingente russo condannando all`accerchiamento le truppe di Mosca rimaste isolate nel settore Sud Occidentale.
Il piano, perfetto sulla carta, presenta, nella realtà, molte incognite. Nonostante le pregresse esperienze di combattimento dei carristi ucraini, l`addestramento all`impiego e al coordinamento dei tank richiederà almeno 12 settimane. E la necessità di garantire parti di ricambio, carburante e assistenza a una simile varietà di mezzi allungherà i tempi. Le consolidate difese russe rappresentano un`ulteriore incognita. I 300mila riservisti hanno permesso la creazione di seconde e terze linee, ardue da superare anche per i migliori tank occidentali. Ma vi sono dubbi persino su quel «migliori». Ad Al Bab in Siria, nel 2016, una decina di Leopard turchi vennero distrutti dai militanti dell`Isis a colpi di missili anticarro, ordigni esplosivi e attacchi suicidi. Alla vulnerabilità dei carri s`aggiunge quella delle colonne ucraine in avanzata.
Mosca negli ultimi mesi ha spostato almeno
15mila uomini sul confine bielorusso e costringe Kiev a mantenere una vasta riserva di uomini intorno alla capitale. Questo rende ancora più rischiosa una controffensiva che si ritroverebbe pericolosamente esposta sui fianchi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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