
La notizia arriva da Pordenone, bassa pianura friulana e alti tassi alcolici, estremo est del Woke. Al Bar Primavera è successo quello che prima o poi doveva succedere. Era solo questione di tempo. Nel momento in cui un cliente ha ordinato un Negroni, un cocktail che ha scritto la storia della nostra gioventù (e non diciamo giovinezza per evitare fastidiosi rigurgiti fascisti), un gruppetto di ragazzi di colore ha polemizzato giudicando il nome offensivo: «Il Negroni è un drink razzista».
La situazione è degenerata quando sono intervenuti altri ragazzi autoctoni. Sono volate parole grosse, si è sfiorata la rissa ma alla fine la barista ha fatto tornare la calma.
Detta così, sa un po' di trovata pubblicitaria. Ma da veri cronisti abbiamo preferito evitare una verifica. Anche se la cosa non è vera, è credibile. La lotta alle ingiustizie sociali è ormai un'ubriacatura.
Il problema è che ora sarà messo al bando il Martini bianco per le note tendenze suprematiste. Il Biancosarti è già stato ritirato da tempo a causa della celebre pubblicità - «L'aperitivo vigoroso» - ritenuta maschilista. Tollerato invece, per l'afflato femminista, il White lady Grosse preoccupazioni invece sono state espresse dai produttori del Montenegro.
A questo punto potremmo concederci un Negroni sbagliato, puntando sul fatto
che l'aggettivo «sbagliato» corregga l'accrescitivo «negroni», ma il rischio è che sia equivocato come un sinonimo di «invertito». E tirare in ballo omoni di colore gay sarebbe davvero troppo.Meglio uno Spritz e finita lì.