Guerra in Israele

Libera Mia in cambio della "pasionaria" Tamimi

Dai miliziani il video del papà di Kfir alla notizia della morte del figlio: "Netanyahu, hai ucciso la mia famiglia"

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«Sono Mia Sham, ho ventuno anni, sono originaria di Shoham. In questo momento sono a Gaza». Era il 17 ottobre quando Hamas scelse lei, ragazza israelo-francese, per diffondere il primo video di un ostaggio, portato via a forza dal festival musicale di Sderot dove hanno fatto strage. Volto impaurito, ferita a una mano, il suo messaggio fu al tempo stesso una manifestazione di barbarie psicologica e la prima apertura a una potenziale trattativa. Ieri Mia è stata finalmente rilasciata, liberata nel pomeriggio anche Amit Sosna 40 anni. Con loro, in serata, rilasciati altri sei ostaggi nell’ambito della tregua nell’ennesima notte ad altissima tensione.

E dello scambio con i prigionieri palestinesi: otto donne e 22 minorenni sono stati rilasciati dalla carceri di Israele. Tra loro anche Ahed Tamimi, non una detenuta qualsiasi. Per i palestinesi è un’icona della resistenza, per gli israeliani una spina nel fianco e una pericolosa sovversiva. La donna è diventata famosa nel 2018, quando a 17 anni schiaffeggiò due soldati israeliani nel villaggio cisgiordano di Nabi Saleh. Negli anni è stata protagonista di diverse controverse iniziative anti-israeliane . «Siamo più forti dell’occupazione. Continueremo a resistere fino alla libertà. Dalla casa di questo martire io dico: la resistenza continuerà finché l’occupazione sarà stata rimossa», ha detto appena rilasciata.

Mia e Amit sono state liberate nel primo pomeriggio di ieri, sarebbero in buone condizioni generali. Sono state consegnate alla Croce Rossa, prime liberate delle 10 persone previste ieri. Operazioni particolarmente complicate e avvenute in momenti di versi della giornata e in luoghi differenti perché i rapiti si trovano in diverse località della Striscia di Gaza. Ecco spiegato perché gli osatggi liberati l’altro ieri, sono arrivati in territorio israeliano soltanto dopo le 6 della mattina di ieri. «Mia Schem è libera. È una grande gioia che condivido con la sua famiglia e tutti i francesi. Esprimo anche la mia solidarietà con tutti coloro che restano in ostaggio di Hamas. La Francia lavora con i suoi partner per ottenere la loro liberazione al più presto», ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron.

Ma non ci sono solo buone notizie. Sempre ieri, la famiglia dell’israeliano Aviv Atzili, che si riteneva fosse ostaggio di Hamas a Gaza, è stata informata che l’uomo è stato ucciso nell’attacco del 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz. Atzili, era il marito della donna israelo-americana Liat Beinin Atzili, rilasciata l’altro ieri. E insieme al conto delle vittime che continua a salire, c’è un’altra triste pagina. Israele si aspetta di ricevere da Hamas anche i corpi senza vita di tre israeliani. Tra questi potrebbe esserci anche quello del piccolo Kfir Bibas, ucciso a soli 10 mesi, secondo Hamas per colpa di un bombardamento israeliano.

«Bibi, hai bombardato la mia famiglia. Era tutto quello che avevo nella mia vita. Portali «verso casa perché siano sepolti in Israele, ti scongiuro», ha detto in un video diffuso da Hamas Yarden Bibas, che in questi giorni ha perso la moglie Shiri, e i figli Kfir e Ariel di 4 anni. Il video è preceduto da una dichiarazione dei miliziani di Hamas che accusa Israele di essersi rifiutata di ricevere i corpi delle vittime. L’ennesima pagina tragica di questo conflitto.

Da qualsiasi parte lo si guardi.

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