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L'uomo dei droni e il killer dei russi: ecco chi conduce davvero il negoziato tra Usa e Ucraina

Budanov, capo dell’intelligence ucraina, e Driscoll, nuovo segretario dello US Army vicino a Trump e Vance, guidano da dietro le quinte i delicati negoziati di Abu Dhabi tra Kiev e Mosca.

L'uomo dei droni e il killer dei russi: ecco chi conduce davvero il negoziato tra Usa e Ucraina
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Kyrylo Budanov e Dan Driscoll: sono loro le eminenze grigie che tirano le fila dei colloqui di Abu Dhabi, ulteriore passo negoziale nella girandola di incontri per arrivare alla pace in Ucraina. In Europa, il primo è certamente il più celebre tra i due: Budanov è "il killer dei russi", come lo ha ribattezzato velenosamente il Cremlino che lo accusa di terrorismo.

Kyrylo Budanov

Il suo Gur, l'intelligence militare ucraina, è indicato tra i responsabili degli omicidi “eccellenti” in Russia, come quello di Darya Dugina — figlia dell'ideologo russo Alexander Dugin, che sarebbe stato il vero obiettivo dell'attentato — o quello del blogger pro-Russia Vladlen Tatarsky.

A queste operazioni si aggiunge poi — forse soprattutto — un lunghissimo elenco di sabotaggi e attacchi che hanno preso di mira fabbriche, impianti industriali e militari, infrastrutture civili russe, con un costo molto salato per il Cremlino. Tra gli “schiaffi” a Mosca figurano gli attacchi al ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia e rappresenta il fiore all'occhiello dello zar, o il clamoroso affondamento della Moskva, l'ammiraglia della Flotta del Mar Nero, colpita dai droni Maguro fatti in casa dagli ucraini.

Budanov è inoltre tra i principali bersagli dei servizi segreti russi: è scampato a diversi attentati. Lo scorso luglio, per eliminarlo, era stato elaborato un piano per un agguato con un missile di precisione. Anche la moglie Marianna è finita nel mirino, vittima di un misterioso avvelenamento con metalli pesanti da cui è sopravvissuta.

Dan Driscoll

Dan Driscoll, nonostante non abbia ancora compiuto 40 anni, è stato nominato a febbraio da Donald Trump segretario dello U.S. Army, il più alto funzionario civile dell'Esercito americano: in sostanza, l’amministratore delegato di quasi un milione di soldati attivi, della Guardia Nazionale, della riserva e di oltre 265.000 civili dell'esercito.

Non possiede un curriculum militare paragonabile a quello di Budanov, pur avendo combattuto con l’esercito americano in Iraq nel 2009, durante la seconda guerra del Golfo. È in quel periodo, mentre era ancora in servizio, che viene accettato a Yale, dove conosce la persona che segnerà la sua carriera: l’attuale vicepresidente Usa J.D. Vance, ex Marine allora a capo dell’associazione dei veterani dell’ateneo, fucina della futura classe dirigente americana.

Il sodalizio tra i due è ancora saldo: secondo i media americani, Driscoll è l’architrave dei rapporti tra il vicepresidente — che lo ha proposto per la nomina a segretario — e Donald Trump. Il capo della Casa Bianca considera Driscoll come l’“uomo dei droni”, perché è in prima linea nel tentativo di modernizzare le tecnologie di combattimento dell’esercito americano.

La sua ascesa, nell’ambito dei negoziati con Kiev e Mosca, sarebbe legata

all’uscita di scena dell’inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, considerato un importante sostenitore di Kiev all’interno del governo statunitense. Forse troppo, per come è cambiato il vento tra Washington e Mosca.

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