Guerra in Israele

Raid su Damasco, 7 morti: colpita base miliziani filo-Iran

La zona sud della capitale siriana è stata colpita da un attacco aereo. Secondo diverse fonti, il bersaglio era un sito utilizzato dai miliziani libanesi e dai guardiani della Rivoluzione iraniani

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La capitale siriana è stata nuovamente presa di mira da attacchi aerei. Fonti del governo di Damasco hanno riferito all’agenzia Dpa di “tre missili che hanno colpito un podere nei pressi di Sayyida Zaynab”, nella zona sud della città. Stando a quanto dichiarato da alcuni abitanti del luogo, il bersaglio era una riunione di milizie filo-iraniane, come gli Hezbollah libanesi e i vari gruppi armati sparsi nel Medio Oriente.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’Ong con sede nel Regno Unito e molti contatti sul territorio, ha affermato che almeno sette persone sarebbero rimaste uccise, tra cui alcuni pasdaran e combattenti libanesi, iracheni e siriani sostenuti dagli ayatollah. Informazioni, queste, riprese anche dal canale saudita Al-Hadath. Il media ufficiale del regime di Bashar al-Assad Sana ha parlato di “un’aggressione con vari civili uccisi e feriti”, attribuendone la responsabilità a Israele. Da parte sua, l’ambasciatore di Teheran a Damasco ha negato che nel raid siano morti degli iraniani. Si è trattato del terzo attacco contro obiettivi legati alla Repubblica islamica nella capitale della Siria. Il 25 dicembre lo Stato ebraico ha eliminato il comandante dei pasdaran in Sayyed Razi Mousavi, mentre il 20 gennaio è stato distrutto un edificio utilizzato da alti ufficiali dei guardiani della Rivoluzione, mentre era in corso una riunione di vari esponenti delle milizie filo-Teheran. L’Iran aveva risposto a questi attacchi bombardando un “quartier generale del Mossad” a Ebril, in Iraq.

Il raid è avvenuto in un momento di tensione molto elevata in tutta la regione. Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 gennaio, tre militari statunitensi sono stati uccisi 34 sono rimasti feriti in un attacco con droni contro la base denominata Tower 22, al confine tra Siria e Giordania. Sono state le prime vittime tra le fila dell’esercito americano dall’inizio del conflitto in Israele. Il governo di Washington ha attribuito l’assalto a milizie irachene finanziate e sostenute dalla Repubblica islamica, già responsabili di ben 160 attacchi contro le truppe Usa dal 7 ottobre, e funzionari della Casa Bianca hanno annunciato che il presidente Joe Biden sta valutando la risposta più appropriata.

Sul tavolo vi sarebbero anche operazioni segrete volte a colpire direttamente il territorio e la leadership iraniana, che comporterebbero un ulteriore allargamento del conflitto e un coinvolgimento diretto dell’esercito degli ayatollah nella guerra tra Hamas e lo Stato ebraico.

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