Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato il suo ok alla proposta di legge che introduce la pena di morte per i terroristi, promossa dal ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. A renderlo noto è stato il responsabile per gli ostaggi del governo israeliano Gal Hirsch nel corso di una una riunione della Commissione per la sicurezza nazionale della Knesset, che ha approvato una prima versione del provvedimento. "La posizione del primo ministro, con cui ho parlato prima del dibattito, è a favore del disegno di legge" la conferma di Hirsch.
Il testo stabilisce che "un terrorista riconosciuto colpevole di omicidio motivato dal razzismo o dall’odio sarà condannato alla pena di morte, in modo obbligatorio" e "non facoltativo". Secondo Hirsch, Netanyahu si era in precedenza opposto alla misura, quando a Gaza erano ancora presenti ostaggi israeliani, ma la sua posizione sarebbe cambiata dopo il rimpatrio di tutti i sopravvissuti. Il disegno di legge potrebbe essere sottoposto alla prima lettura del plenum della Knesset già mercoledì. L’obiettivo, secondo i promotori, è quello di "stroncare sul nascere il terrorismo e creare un deterrente efficace". La pena capitale, tuttavia, non verrebbe applicata a cittadini israeliani che commettano omicidi di palestinesi. Il ministro Ben Gvir ha avvertito che, in assenza di un voto sul testo entro il 9 novembre, non sosterrà più la coalizione di governo.
Il sostegno di Netanyahu alla proposta di legge ha scatenato l'immediata reazione di Hamas. Secondo il gruppo terroristico palestinese, il testo in questione "rappresenta l'orribile volto fascista dell'occupazione sionista canaglia e una flagrante violazione del diritto internazionale".
Il gruppo islamista ha inoltre chiesto all'Onu e alle organizzazioni internazionali per i diritti umani di "fermare questo crimine brutale" e ottenere accesso alle carceri israeliane per verificare le condizioni dei detenuti palestinesi.