Un "progetto di droni segreto" lega davvero Pechino a Mosca?

Secondo fonti d'intelligence Mosca sta portando avanti un "programma segreto" per produrre droni da guerra con l'aiuto della Cina. Un ulteriore tassello nella faccenda dei droni Arpia usati in Ucraina.

Un "progetto di droni segreto" lega davvero Pechino a Mosca?
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La Russia sta portando avanti un "progetto segreto di droni da guerra" con la collaborazione della Cina. È quanto riferiscono le fonti dell'intelligence europea consultate da Reuters che già nelle scorse settimane ha seguito la pista che collegherebbe Mosca e Pechino nella fornitura occulta di componenti essenziali per il funzionamento dei droni Arpia, o Garpiya.

Droni kamikaze che potrebbero affiancarsi e sostituire gradualmente i modelli sviluppati sugli Shahed-136 di fabbricazione iraniana. Ribattezzati dai russi Geran-2.

Questo progetto viene portato avanti all'interno dei confini della Cina, utilizzando "copie apparenti di due fatture di un intermediario russo". Secondo le fonti d'intelligence a giocare un ruolo centrale in questo progetto segreto e parallelo sarebbe l'azienda di armi statale di Mosca Almaz-Antey, che sta lavorando con una sussidiaria chiamata Iemz Kupol per "testare un drone di fabbricazione cinese con una gittata di oltre 1.200 miglia" ora noto come Garpiya-3, o G3. Si direbbe una versione avanzata del drone precedentemente menzionato. Si ricorda che la Kupol è sottoposta a sanzioni statunitensi dallo scorso dicembre nel quadro più ampio di sanzioni economiche imposte alla Russia e alle sue sussidiarie come ritorsione per aver invaso l'Ucraina.

Droni dalla Cina per colpire Kiev dall'inizio della guerra

Sempre secondo le fonti "almeno due di quei droni G3 sono stati consegnati alla Russia in date non specificate". A dimostrarlo sarebbero delle "fatture" siglate questa estate. Altri cinque "droni militari" realizzati in Cina sono stati consegnati ai russi attraverso questo canale parallelo, ma non ci sono informazioni riguardo ai modelli.

"Le due fonti di intelligence hanno affermato che la consegna dei droni campione a Kupol è stata la prima prova concreta che la loro agenzia ha trovato di interi Uav fabbricati in Cina consegnati alla Russia dall'inizio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022", scrive l'agenzia Reuters, che però afferma di "non essere stata in grado di determinare se il ministero della Difesa russo abbia dato alla società il via libera per procedere con la produzione in serie proposta".

"Il fatto che esista ufficialmente una fabbrica che costruisce Uav per i russi espone la Cina ad alcuni degli effetti più gravi delle sanzioni, quindi non è chiaro fino a che punto la Cina sarebbe disposta a esporsi" ha dichiarato l'analista esperto Sam Bendett consultato dall'agenzia stampa internazionale. Ma ciò che rende tutto più inquietante è l'esistenza - solo menzionata - di un altro documento espone i piani per quello che viene definito "un centro congiunto di ricerca e produzione di droni russo-cinese nella zona economica speciale di Kashgar nella provincia cinese dello Xinjiang".

Se confermate, entrambe le informazioni dimostrerebbero che Pechino, a differenza di quanto dichiarato in precedenza, non è affatto estranea al conflitto sul piano delle forniture

militari allo Stato aggressore; ma sta supportando in segreto il Cremlino. Alimentando un conflitto che gli Stati Uniti terrebbero a risolvere il prima possibile, sebbene forniscano armi, e forse know-how per produrle, al governo di Kiev.

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