Guerra in Ucraina

"Quei manifestanti non sono veri". La videoinchiesta che inchioda Mosca

Le Monde ha svelato la presenza di falsi manifestanti con slogan contro Kiev a Parigi e in altre importanti città del Vecchio Continente: dietro ci sarebbe una precisa strategia di Mosca

"Quei manifestanti non sono veri". La videoinchiesta che inchioda Mosca

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La guerra dell'informazione continua a procedere in parallelo con le battaglie sul campo. Tanto per Kiev quanto per Mosca, portare avanti la propria propaganda appare vitale. Al pari di come provare a influenzare l'opinione pubblica soprattutto del Vecchio Continente, alla luce del sostegno europeo e della Nato all'Ucraina. L'ultimo episodio lo ha raccontato nei giorni scorsi, tramite un reportage, il quotidiano francese Le Monde. E riguarda il tentativo, da parte del Cremlino, di organizzare false proteste contro gli aiuti a Kiev.

I falsi manifestanti

Il primo indizio tirato fuori da Le Monde, riguarda la presenza di veri e propri "figuranti". Nel video pubblicato a margine dell'inchiesta del quotidiano, si prende come esempio un manifestante. Lo scenario è quello delle proteste contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron andate avanti nel febbraio scorso. L'11 febbraio, in particolare, in Place de la Republique il manifestante in questione tiene in mano cartelli contro il sostegno all'Ucraina.

Non era il solo. Assieme a lui c'era un altro gruppetto che, nel bel mezzo delle dimostrazioni di piazza relative a una vicenda politica interna alla Francia, hanno mostrato slogan contro la Nato e contro l'appoggio a Kiev. Un fatto non certamente passato inosservato. La presenza di cartelli relativi alla guerra in Ucraina è stata riportata e ripresa da numerose testate.

Fin qui però si può pensare che si tratta di gruppi che provano a sfruttare la copertura mediatica data a delle manifestazioni francesi per far passare i propri messaggi. In realtà però, il manifestante in questione viene ripreso il 5 marzo sempre a Parigi. Questa volta lo scenario è quello del diciottesimo arrondissement e la protesta è contro Ankara. Si tratta di una manifestazione di tutt'altro tono: gli slogan sono contro Erdogan, reo di non aver del tutto chiuso i legami con la Russia. Il manifestante ripreso l'11 febbraio con cartelli contro il sostegno all'Ucraina, il 5 marzo appende su una ringhiera uno striscione con bandiere dell'Ucraina. Inoltre, immortalato in alcune foto diffuse poi sui social, fa il saluto nazista.

Chiaro quindi come si tratti di un falso manifestante. Una persona evidentemente infiltrata per portare avanti precisi interessi. Le Monde sottolinea che, nel corso delle ultime settimane, di falsi manifestanti ne sono stati adocchiati parecchi. Non solo a Parigi, ma anche in altre città europee. Da Bruxelles a L'Aja, passando per Madrid. In almeno dieci occasioni sono stati notati manifestanti già apparsi in altre proteste che nulla avevano a che fare con la guerra in Ucraina. Il copione sarebbe proprio questo: infiltrare persone nelle proteste e portare avanti, all'interno dei cortei, slogan vicini agli interessi di Mosca.

I documenti che attestano la strategia di Mosca

La prova della mano diretta del Cremlino, secondo Le Monde, è contenuta in alcuni documenti scovati dallo stesso quotidiano francese con la collaborazione di altri giornalisti e dei reporter di Dossier Center. Quest'ultimo è un portale ritenuto molto vicino all'opposizione russa. Nei documenti trovati si parla della volontà del governo di Mosca di infiltrare manifestanti all'interno delle piazze europee.

"Emerge la necessità - si legge in uno dei documenti russi visionati dai giornalisti francesi e russi - di far leva sulle tensioni in atto tra Turchia ed Unione Europea e questo anche in relazione al processo di adesione della Svezia alla Nato". Per realizzare l'obiettivo, è necessario "mettere in atto dimostrazioni con persone che bruciano bandiere o che scrivono slogan anti Erdogan nelle città europee", si legge ancora nei documenti. Quest'ultimo passaggio spiegherebbe gli slogan anti Ankara del 5 marzo a Parigi, sventolati dallo stesso manifestante che pochi giorni prima invece chiedeva lo stop dell'aiuto della Nato a Kiev.

Difficile capire come Le Monde sia entrata in possesso di documenti così riservati, descritti come usciti direttamente dal Cremlino. Ad ogni modo, l'intenzione di Mosca sarebbe confermata anche dall'analisi di un funzionario di intelligence di un Paese europeo sentito dai giornalisti francesi e che ha voluto mantenere l'anonimato.

"Parte della campagna di disinformazione russa - ha commentato il funzionario - consiste nel fare leva su tensioni reali, come quelle già esistenti tra Turchia e Germania o tra Turchia e Francia, in questo tipo di guerra ibrida".

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