"Peggiore attacco dal 2006". Razzi dal Libano verso Israele

Risuonano le sirene nella Galilea occidentale. Benjamin Netanyahu convoca per stasera il Gabinetto di sicurezza. La regione al centro della tensione è quella dove operano i militari italiani di Unifil

"Peggiore attacco dal 2006". Razzi dal Libano verso Israele

Sale la tensione tra Israele e Libano. Decine di razzi sono partiti dal sud del Libano mirando alle aree di Shlomi e Betzet, mentre le sirene suono risuonate in varie parti della Galilea occidentale. L'attacco, secondo la tv Kan, è il più grave sferrato dal territorio libanese dalla guerra del 2006. Smentite le voci su una risposta da parte dell'artiglieria israeliana, che si diceva avesse bombardato la periferia di al-Qulayla, a sud del Libano e zone agricole tra le località di Qleile e Maaliye.

La regione è quella dove operano i militari italiani di Unifil, la missione della Nazioni Unite che ha il compito di monitorare la fragile tregua tra i due Paesi. Secondo quanto riportato da Ansa, gli uomini del contingente hanno ricevuto l'ordine di rifugiarsi nei bunker delle basi come da procedura standard dei comandi. In un comunicato, Unifil ha scritto che il generale Aroldo Lazaro, vertice della missione, è in contatto con le autorità di Libano e Israele. "La situazione è estremamente seria e Unifil invita alla calma e a evitare l'escalation", si legge.

I media parlano di un attacco di circa dieci minuti che ha provocato il ferimento di almeno due persone. Secondo i canali israeliani i razzi lanciati dal sud del Libano sarebbero stati circa un centinaio e molti di essi sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Diversa l'indicazione fornita dai media libanesi. L'emittente al Manar, citando fonti della sicurezza di Beirut, parla di circa "una ventina" di ordigni. Israele, attraverso il portavoce della Difesa, ha comunicato che i razzi lanciati sono stati 34, di cui 25 intercettati da Iron Dome e almeno cinque caduti nel territorio dello Stato ebraico ferendo in modo lieve due persone e provocando alcuni danni.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato per stasera il Gabinetto di sicurezza, dove si parlerà non soltanto delle tensioni a Gerusalemme e lungo la Striscia di Gaza, ma anche di quanto accaduto quest'oggi al confine con il Libano.

Dal Paese dei cedri, Hezbollah fa sapere di essere estraneo alla vicenda, parlando di una regia di gruppi palestinesi. "Non risponderemo in questo modo ad alcuna azione israeliana" hanno detto fonti del movimento sciita ad Al Arabya. Anche se appare abbastanza improbabile che Hezbollah non fosse a conoscenza dell'attacco o al corrente di movimenti sospetti nei campi palestinesi presenti nella parte meridionale del Libano. Sulla stessa linea della responsabilità palestinese il portavoce delle forze armate israeliane (Idf), Daniel Hagari, secondo cui "c'è Hamas" dietro il lancio di razzi, ribadendo la "responsabilità" del governo di Beirut per "qualsiasi attacco dal suo territorio". Israele, inoltre, sempre secondo Hagar, sta monitorando un possibile coinvolgimento iraniano.

Da sottolineare che è di ieri la notizia che il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è ​​arrivato in Libano. Come riporta Middle East Monitor, il portavoce di Hamas in Libano, Walid Kilani, ha detto che la visita di Haniyeh serve a confermare quanto già deciso in altri incontri "per coordinare le posizioni e rafforzare la Resistenza contro il nemico israeliano".

Oggi è previsto un incontro con Hassan Nasrallah, il leader del gruppo sciita filo-iraniano. Impossibile non notare un tempismo perfetto tra la visita del capo di Hamas, gli scontri nella Città Santa e i razzi verso il nord di Israele.

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