«Guidare Cremona è il podio a cui tengo di più»

Prima di lui, sul Po remavano solo i pescatori di pescegatto. Poi, quando i suoi ori mondiali ne hanno fatto il re italiano della canoa negli anni Settanta, in tanti hanno cominciato a pagaiare per imitarlo. Ora che Oreste Perri è ct della nazionale italiana di canoa, l’idea è di continuare a fare da guida. Nella sua città, Cremona, dove il Pdl lo vuole candidare a sindaco.
Alberto Cova, Manuela Di Centa, Giovanni Galli: ora il Pdl punta sul canoista. È il Popolo Dell’acido Lattico?
«Manca un rugbista! Scherzi a parte, sono onorato, ma manca l’ufficialità».
Perché gli sportivi sono così richiesti?
«Per le amministrative si guarda alle persone ed è per questo che gli atleti si mettono in gioco. E poi lo sport è fatto di regole, disciplina e rispetto: sono valori civili».
Non solo per l’immagine salubre?
«Beh, l’immagine conta. Però quel che fa la differenza è l’uomo: ho dimostrato di essere una persona coerente e seria. Contano i comportamenti, non le medaglie».
Però lei non ha esperienza politica.
«Nessun sindaco ne ha, la prima volta. Non ho fatto politica tradizionale, ma ho guidato una nazionale e credo che le capacità ci siano. Sono consapevole dei miei limiti e ne farò una forza. Se avessi ascoltato chi mi criticava non avrei fatto sport».
Perché?
«Perché a scuola avevo 5 in ginnastica. “Sei una patata”, mi diceva il professore. Eppure sono diventato un atleta, perché tutti raggiungono gli obiettivi se hanno motivazioni. Velocisti si nasce, ma resistenti si diventa. In politica è lo stesso».
Guiderà la città come la canoa?
«In entrambi i casi serve collaborazione e spirito di squadra. Ma qui non è una gara. Qui c’è di mezzo la gente».
Altro che sportivo navigante, parla come un politico navigato.
«L’agone politico mi ha sempre affascinato. Ma non mi piace l’idea di screditare l’avversario. Nello sport non esiste. E comunque vada continuerò a stimare il sindaco Corada (che si ricandida per il Pd, ndr). Come con Rudiger Helm».
Chi?
«Il mio avversario storico, un tedesco dell’Est. Grandi duelli, all’insegna della sportività. Perché il vero vincente quando perde sa rialzarsi, senza insultare gli altri».
Bello: «Rialzati Cremona». A proposito, come mai con il Pdl?
«Incarna le posizioni moderate in cui mi riconosco. Eppoi: è vero che oggi la politica è delle idee e non degli ideali, ma io il comunismo quando gareggiavo l’ho visto nei Paesi dell’Est. E mi è bastato. E poi (ride) da Fassino a Franceschini i politici a sinistra hanno bisogno di fare ginnastica».
Che sindaco sarebbe, Perri?
«Avrei una squadra capace, come ogni bravo ct. E poi politiche sociali e rilancio del centro storico e dello sport. Senza ragionare mai per partito preso».
Si allena a diventare ministro?
«Per carità.

Io voglio solo fare qualcosa per la mia città, senza bruciarmi la credibilità che mi sono guadagnato in 40 anni».
Con le spalle che si ritrova, per la fascia tricolore si userà uno striscione...
«Non mi ci vedo, con la fascia. Però quando mi davano della “patata” non mi vedevo neanche campione del mondo».

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