Da settimane bersagliano i giornalisti di e-mail in cui gridano linnocenza di Danilo Speranza, lex guru della setta Re Maya finito in carcere con laccusa di aver abusato sessualmente per anni di due minorenni. Ora il pool difensivo del santone, composto dagli avvocati Dario Masini e Graziella DAgostino e dal criminolo Carmelo Lavorino, con tanto di ufficio stampa pronto a diramare comunicati e a rispondere alle domande dei cronisti, sferra lattacco finale alla Procura, che proprio non vuole prendere in considerazione gli elementi a favore di Speranza.
Il prossimo 8 aprile, nel corso di una conferenza stampa, verranno fornite le prove della innocenza di Speranza, a partire dallormai noto certificato medico che dimostrerebbe la sua impotenza, dunque la sua impossibilità a commettere i reati di cui è accusato. Intanto il guru continua lo sciopero della fame che ha cominciato lo scorso 1° aprile, da quando ha saputo che il Tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta di annullamento dellordinanza di custodia cautelare, e rifiuta di assumere i farmaci per il diabete e per lipertensione di cui ha bisogno perché ritiene di «essere stato condannato prima ancora del processo». «Il mio - sostiene il santone dal carcere di Rebibbia - è il primo caso al mondo in cui un uomo dichiarato clinicamente impotente viene accusato di violenza sessuale consumata con atti penetrativi. Esistono prove certe della mia patologia che non sono state valutate a sufficienza dal giudice che ha esaminato il mio caso. Altro fatto che ritengo assolutamente sorprendente - continua Speranza - è che gli esiti del test del dna sui reperti sequestrati alle persone offese, che avrebbero dimostrato linesistenza di mie tracce biologiche seminali sui loro indumenti, non sono stati depositati nel fascicolo del processo, anche se ormai sono passati quattro mesi dallinizio di tali test. Avverto che manca la volontà di accertare gli elementi di prova scientifici, che sono a mio favore, e che invece si voglia valutare solo quelli testimoniali, che sono a mio sfavore». I legali parlano di «clamoroso errore investigativo basato su suggestioni». Eppure i racconti delle parti offese sono estremamente dettagliati. Racconti di violenze continue in nome di un bene superiore e di madri che si fidavano ciecamente del loro leader tanto da affidargli senza problemi le figlie. Fino allarresto, lo scorso 16 marzo. Da quel giorno numerose persone hanno testimoniato volontariamente sulla coercizione con la quale il guru avrebbe raccolto adepti ottenendo anche consistenti elargizioni in denaro.
Gli avvocati di Speranza chiedono che le «evidenze scientifiche vengano considerate almeno tanto quanto le parole, in modo che il processo sia serio ed equilibrato». «I fatti - sostengono - possono contraddire le parole, le parole non possono contraddire i fatti».
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