«Ha ucciso il Chelsea» L’Inghilterra trova il suo Byron Moreno

C’è un Moreno per tutti. In Inghilterra ha il volto rotondo di Tom Henning Ovrebo. Stesso sguardo pseudosicuro di Byron, stesso grado di convinzione, stessa capacità di sbagliare in una partita un numero infinito di decisioni. La differenza la fanno i capelli, giusto quelli. Ovrebo non ne ha neanche uno, Moreno ne era così pieno da sembrare un cespuglio informe con un corpo sotto.
La pettinatura non cambia la sostanza: Londra ha scoperto che i torti esistono e che fanno arrabbiare tanto da far perdere il controllo. Drogba che si rivolge alla telecamera gridando «Vergogna» vale quanto i calciatori italiani che gesticolano a ogni fischio contrario, quanto Cassano che lancia la maglia contro Pierpaoli in Sampdoria-Torino dell’anno scorso. Hiddink che lancia le accuse contro Platini è identico ai nostri allenatori vittime della sindrome del complotto. L’allenatore del Chelsea s’è attaccato alla frase di Le Roi: «Mi piacerebbe non avere un derby inglese in finale». Senza dirlo, l’ha detto lo stesso, Guus: «Ovrebo ha fatto il suo compito e cioè far fuori il Chelsea per ordini superiori». Ci sta tutto, nel pallone. Uno può dire e pensare quello che vuole, anche perché il Chelsea è stato oggettivamente danneggiato. A noi, invece, la follia arbitrale della semifinale di Champions fa sentire meno cretini di quello che siamo, giustifica i nostri vittimismi. Mercoledì sera sembrava davvero di essere a Corea del Sud-Italia dei mondiali del 2002: Ovrebo che viene inseguito e spintonato da Ballack è Moreno accerchiato dai giocatori dell’Italia, Ovrebo che sventola il giallo in faccia a Drogba a partita finita, ha lo stesso sguardo vigliaccamente serio e vigliaccamente provocatorio di Moreno mentre espelle Totti.
Non si torna indietro, no. Adesso l’Inghilterra scriverà dei provvedimenti contro i calciatori che si sono scagliati contro l’arbitro. Il giorno dopo è così: si fa sempre un passo indietro. Poi arrivano le minacce di morte all’arbitro e tutti tornano lucidi. Tutto già visto, tutto già sentito. Poi toccherà all’autoflagellazione collettiva e all’assoluzione dell’arbitro scarso. È già successo. Però basta, almeno riserviamoci il diritto di criticare e di incazzarci. Perché Ovrebo è lo stesso che arbitrò Inter-Liverpool dell’anno scorso ed espulse Burdisso senza motivo. Ci furono polemiche e promesse di chiarimenti. Poi in Italia-Romania dell’Europeo 2008 annullò un gol regolare a Toni. Altre polemiche e altre richieste di chiarimenti. Il risultato è che un arbitro del quale forse neanche l’Uefa si fida, ha diretto la semifinale di Champions League. Qui si parla di gente recidiva o incapace, comunque inadeguata: Ovrebo ha negato almeno due rigori al Chelsea. Il calcolo è per difetto e anche qui il richiamo a Moreno è troppo forte. Quanti furono gli errori in Corea-Italia: non vide una gomitata di un coreano in faccia ad Alessandro Del Piero, annullò un gol a Damiano Tommasi, cacciò Totti.

E poi? Poi scoprimmo che in patria, in Ecuador, aveva il vizietto di aggiustare qualche partita: fu sospeso e poi cacciato dalla federazione ecuadoriana con una lettera: «Troppo protagonista». Si aspettano lettere della federazione norvegese. Magari basta un telegramma a Donadoni e uno a Hiddink.

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