«Chi sceglie di uscire da un movimento è libero di farlo, ma va una scelta». E indietro non si torna. Matteo Salvini tira dritto sull'espulsione dei tre consiglieri regionali che due giorni fa hanno lasciato la Lega e hanno depositato il simbolo di un nuovo gruppo, «Comitato Nord», stesso nome e della corrente che fa capo a Umberto Bossi. E proprio il senatur dopo aver incontrato Roberto Mura, Federico Lena ed Antonello Formenti, ha preso le distanze, ha fatto un richiamo all'unità e ha anticipato che avrebbe chiesto «a Salvini di annullare le espulsioni». Ma il leader e viceministro sul punto non transige. E tiene fede a quanto è previsto dallo statuto del partito, che all'articolo 32 indica «l'espulsione a causa di candidatura da parte del socio in una lista non autorizzata comprovata da documenti ufficiali o l'adesione a gruppi diversi da quelli indicati da Lega per Salvini Premier da parte di soci eletti alla carica di parlamentare, di europarlamentare e di consigliere, presidente di provincia e sindaco, comprovata da documenti ufficiali». E la mossa dei tre fuoriusciti ha creato crepe anche all'interno della corrente bossiana, tanto che alcuni dei consiglieri che nelle ultime settimane hanno manifestato critiche sulla linea del segretario (da Massimiliano Bastoni a Silvia Scurati, Andrea Monti) hanno subito diramato note per confermare che non hanno intenzione di uscire dalla Lega. I tre consiglieri invece ieri hanno confermato la decisione di «costituire il gruppo Comitato Nord» poiché hanno «ritrovato dopo l'incontro di sabato scorso a Giovenzano (l'incontro pubblico con Umberto Bossi a Pavia, ndr.) per quel sentimento che li aveva spinti ad iscriversi alla Lega Nord e che purtroppo da qualche tempo si è ormai perso nella Lega Salvini Premier: Autonomia, tutela degli interessi del Nord e valorizzazione del territorio». Hanno incontrati Bossi e dopo essersi «confrontati a lungo hanno concordato che la strada giusta da seguire è il progetto del Comitato Nord». Hanno precisato la «volontà di garantire il voto favorevole sui provvedimenti di bilancio che arriveranno nei prossimi giorni in Consiglio regionale, a sostegno del presidente Attilio Fontana e della maggioranza di centrodestra». Tanto per sgombrare dal campo (almeno per ora) le voci secondo le quali starebbero trattando sul sostegno a Letizia Moratti, in campo con il Terzo Polo.
Il deputato «salviniano» Igor Iezzi pubblica su Facebook la presenza a un gazebo a Milano ieri mattina e sottolinea: «Noi siamo orgogliosi del nostro simbolo, ce lo teniamo stretto, e se qualcuno ce lo tocca guai, non ci limitiamo a dire non va bene». Messaggio diretto a Bossi e al coordinatore del Comitato Nord Paolo Grimoldi. «Da parte loro servono parole più chiare - sostiene Iezzi -. Non basta che Grimoldi dice che i tre consiglieri hanno sbagliato e serve unità. Hanno formato un gruppo con il nome e il simbolo della loro corrente che, ci hanno detto fin qui, si muove all'interno della Lega. Forse non l'hanno registrato e se lo sono fatto fregare? O sono autorizzati?». Nota che il passo dei consiglieri «è stato un autogol clamoroso, tanti militanti che non hanno nessuna intenzione di aderire ad un altro movimento sono rimasti spiazzati».
Invita tutti a «non perdere tempo e a concentrarsi sulle Regionali per far vincere Fontana». Ma a chi, come l'ex ministro Roberto Castelli, «vedo dare lezioni a Salvini sui giornali domando a che titolo, visto che fino a poco tempo fa faceva campagna per il leader di Italexit Gianluigi Paragone».
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