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"Uno o più illeciti": stangata del Garante della privacy contro ChatGPT

Nuovi guai per OpenAI: il Garante della privacy ha notificato all'azienda un nuovo atto di contestazione a causa della cattiva gestione dei dati personali degli utenti. La società guidata da Sam Altman avrà 30 giorni per rispondere delle proprie azioni.

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Il Garante per la protezione dei dati personali, anche conosciuto semplicemente come Garante della privacy, ha notificato a OpenAI un atto per violazioni della normativa sul trattamento dei dati personali. La notifica è arrivata al termine di un'istruttoria iniziata lo scorso 30 marzo, durante la quale l'Autorità aveva sottoposto l'azienda guidata da Sam Altman e madre di ChatGPT a un provvedimento che imponeva una limitazione provvisoria del trattamento dei dati. A questo punto tocca a OpenAI esprimersi. Ecco che cosa c'è da sapere.

Perché il Garante ha notificato a OpenAI un atto per violazioni della normativa

Il Garante della privacy ha espresso le proprie ragioni attraverso una nota condivisa sul proprio sito. All'interno di essa si legge che "l’Autorità ha ritenuto che gli elementi acquisiti possano configurare uno o più illeciti rispetto a quanto stabilito dal Regolamento UE." Ciò implica che il Garante non si è ritenuto soddisfatto delle misure messe in atto dall'azienda americana. Ma cosa può fare ora quest'ultima per difendersi? Sempre nella nota si legge che OpenAI "avrà 30 giorni per comunicare le proprie memorie difensive in merito alle presunte violazioni contestate."

Inoltre, nella conclusione, l'Autorità fa presente che "nella definizione del procedimento il Garante terrà conto dei lavori in corso nell’ambito della speciale task force, istituita dal Board che riunisce le Autorità di protezione dati dell’Ue (Edpb)."

Non è la prima volta che OpenAI si scontra con il Garante della privacy per questioni legate alla tutela dei dati personali. Lo scorso anno, infatti, l'azienda aveva temporaneamente bloccato ChatGPT in Italia poiché l'Autorità le aveva contestato - tra le altre cose - la mancanza di un’informativa rivolta agli utenti riguardante il trattamento dei dati personali. Poi, dopo circa un mese di stallo dovuto alle trattative, ChatGPT era tornato disponibile.

Attualmente non è possibile sapere cosa succederà nella prossima fase di questa diatriba, l'unica cosa da fare è attendere la risposta di OpenAI, che certamente non tarderà ad arrivare.

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