Hayez o Mantegna? Con un clic Brera si «visita» da casa

La Pinacoteca è il primo museo italiano ad avere tutte le opere in un archivio informatico consultabile via Internet

Gioia Locati

Walter Benjamin, il filosofo tedesco che professò la sacralità dell’opera d’arte unica e irripetibile, potrebbe lanciare strali dall’aldilà. O - perché no - rimangiarsi le sue teorie. Era il 1920 e il suo pubblico era ben diverso da quello che oggi affolla il sito della Pinacoteca di Brera. Un esercito di internauti pronti a richiedere copie (sì, Benjamin, copie) del celeberrimo «Bacio» di Hayez o del «Cristo» del Mantegna. Fra poco sul nuovo sito si potranno scaricare direttamente le riproduzioni delle immagini dei dipinti, compresi i diritti di riproduzione. Insomma, un Tintoretto o un Raffaello in sofisticatissima copia, bell’e servito a casa e pagato con carta di credito. È solo uno degli effetti della nuova collaborazione con Hewlett-Packard (HP) e Microsoft; i due partner tecnologici permetteranno di valorizzare il patrimonio di Brera e di migliorare i servizi rivolti al pubblico.
La Pinacoteca è diventata - prima in Italia - un «Museo d’eccellenza» insieme al Louvre di Parigi, al Prado di Madrid e alla National Gallery di Londra. «Brera sarà servita di tutti i sistemi informatici che permettono una miglior conservazione e archiviazione dei beni - ha spiegato Nicola Aliperti amministratore delegato HP -; le opere saranno in rete, si potranno promuovere percorsi virtuali e quindi approfondire alcuni aspetti; si potrà infine stamparle in alta definizione. La stampa di un dipinto in grande formato può essere usata in molti modi: la si può esporre nei periodi in cui l’originale è in prestito ad altri musei. È utile anche nello studio e nel restauro dell’opera perché permette di riprodurne la riflettografia».
Alla presentazione dell’iniziativa c’era anche il ministro per i Beni culturali, Rocco Buttiglione, che ha parlato della «fruibilità» dell’opera d’arte: «Troppe volte la gente passa, guarda e non vede. I cartelli aiutano spesso chi sa già molto, non chi è all’inizio del cammino. Bisogna permettere a chi non sa di entrare nell’opera. L’informatica ci offre anche questo, di moltiplicare gli spazi, di informare tutti». Ancora: «Il nostro è un Paese caro, i turisti non verranno più per le spiagge ma per la cultura sì, è un dato che il turismo culturale è in crescita del 4 per cento. Mi auguro che i problemi finanziari vengano risolti senza depauperare il patrimonio artistico. La cultura non può essere vista come un bene superfluo. Allo stesso modo non è possibile che lo Stato si faccia carico da solo delle tutela e della salvaguardia delle opere. Occorre l'intervento di tutti, comprese le Regioni, le Province, i Comuni, i privati». Ben venga la tecnologia al servizio dell’arte. Il «filosofo» Buttiglione ha citato i colleghi Benjamin e Platone e le loro riflessioni sul «non valore» delle riproduzioni: «Noi non dobbiamo temere questa minaccia se, delle copie, sapremo farne un uso corretto. È questa un possibilità che offre la tecnologia e che porta con sé anche una nuova fragilità. Chi conosce un’opera con gli strumenti digitali l’apprezzerà ancor di più venendo ad ammirarla dal vivo».
Il ministro si è espresso anche sul restauro di Brera: «Stiamo pensando a una pinacoteca più grande con più spazi. Ma questo non vuol dire rinunciare alle piccole opere; una famiglia che ha in progetto di trasferirsi in una dimora più bella non trascura di sistemare l’intonaco che cede». Soddisfatta la soprintendente Maria Teresa Fiorio: «Condivido la politica dei piccoli passi.

Per quest’anno abbiamo chiesto i finanziamenti per restaurare e illuminare il cortile».

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