Da Hitler a Kim Jong-un vita e morte della tirannia

Su History una settimana dedicata ad analizzare l'origine (e il fascino) del male che diventa potere

Da Hitler a Kim Jong-un vita e morte della tirannia
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Conclusa la Prima guerra mondiale, i trattati di pace e la Società delle nazioni venivano accreditate come capaci di garantire la pace. E non solo la pace, ma anche il trionfo della democrazia, sebbene con la tabe non risolta del colonialismo. Ma non andò affatto così: Stalin, Mussolini, Hitler, Franco E poi Mao, Pol Pot, Saddam Hussein, la dinastia dei Kim in Corea, e anche la decolonizzazione trasformata rapidamente nell'ascesa di dittature sanguinarie. Ed è solo un florilegio dei dittatori che hanno avuto il potere assoluto, tenendo sotto scacco con la violenza intere popolazioni, perfezionando le tecniche di comunicazione e ottenendo il controllo delle masse.

Come sia stato possibile è una delle grandi domande irrisolte della Storia, se la sono posta decine e decine di studiosi, partendo dagli storici per arrivare agli psicologi che hanno indagato l'infanzia dei dittatori. Su History Channel (411 di Sky) da lunedì 17 luglio Dictators week fa una silloge di alcuni dei migliori documentari che raccontano la storia di alcuni di questi dittatori che hanno cambiato il nostro passato condizionando anche il nostro presente. Questa programmazione speciale ripercorre gli atti di violenza e oppressione, le politiche di propaganda e repressione, ma esplora in particolare, con due produzioni francesi, l'infanzia di questi despoti e le vicende che dopo la loro fine hanno visto protagonisti i loro stessi resti.

In prima visione, lunedì alle 22,40, apre la programmazione il documentario Come nasce un dittatore in cui storici, giuristi e giornalisti ripercorrono l'infanzia e la giovinezza di Mussolini, Hitler, Mao, Stalin e compagnia per comprendere se esistano collegamenti, o un fil rouge, tra le loro storie - nell'educazione familiare così come nel contesto politico e culturale - che possano aver influito sulle motivazioni e sulla psicologia di questi personaggi che uniscono quasi sempre una mentalità criminale a una grandissima capacità di influenzare le masse. I tratti comuni indubbiamente ci sono, lo schema del padre violento e della madre fortemente idealizzatasi nella sua bontà e fragilità si ripete da Hitler a Saddam Hussein passando per Mao. Ma forse la parte più interessante della narrazione sono i piccoli dettagli, le differenze. Incredibilmente una trincea della prima guerra mondiale nel il caso di Hitler, e un collegio svizzero in quello del dittatore coreano Kim Jong-un possono produrre sentimenti di alienazione e di rivalsa simili. Ed è altrettanto stupefacente vedere quanto sia fondamentale per i dittatori trasformare la loro infanzia in leggenda. Lo fece Stalin nascondendo sempre la propria fragilità fisica, che lo segnò sin da quand'era un ragazzino.

Ma se le dittature hanno una culla, hanno anche una tomba. Il 18 luglio, sempre alle 22,40, è la volta di Cadaveri dei dittatori. Dopo la caduta e la morte per esecuzione, linciaggio o suicidio, sepolti in grandi mausolei, quando il regime sopravvive, o in anonime fosse quando il regime viene abbattuto, i corpi fisici dei dittatori diventano «corpi politici». E in quanto tali contesi da ammiratori e avversari, oggetto di fanatismo o ancora, e questo è un fatto comunissimo, protagonisti di teorie cospiratorie. Ovviamente il caso più emblematico è quello di tutti i dubbi relativi al corpo bruciato di Adolf Hitler che ha suscitato un gran numero di leggende che arrivano alle improbabili fughe in Sud America o sotto i ghiacci del Polo Nord. Ma anche il Palazzo del Sole di Kumsusan dove riposa la salma di Kim Il-sung, il «Presidente eterno» della Corea del Nord, è sufficiente a dare i brividi.

La fine di un dittatore, per quanto spesso violenta e frutto di una vendetta, non necessariamente pacifica la società che ne ha sofferto la crudeltà, mentre, al contrario, anche dopo la morte la sua figura può sempre trovare linfa vitale, trasformarsi in un feticcio carico di potere.

Poteva succedere solo nel passato o accade anche oggi, in luoghi rimasti isolati dalla globalizazione? Guardando questi documentari e le scene di isteria di massa che ogni tanto presentano, viene da pensare che le dittature fortunatamente cadono, ma i meccanismi che le creano purtroppo finiscono solo sotto traccia.

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