
Non è facile attraversare sessant'anni di musica sempre ad alto livello, con ottime canzoni che colpiscono e rimangono nella memoria collettiva. Un esperto di queste cose è Fausto Leali, 80 anni di vitalità e voglia di esprimersi con quella voce tonante e potente, roca e adatta al soul e al blues, definito da sempre "il negro bianco" per le sue doti vocali (allora la parola negro era ancora ammessa ma lui preferisce non parlarne) che si esibirà stasera venerdì 11 luglio a Gatteo a Mare per "La Milanesiana" ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi.
Cosa si prova dopo tanti anni all'ennesimo concerto.
"Il concerto è il mio lavoro e la mia vita. È il momento più importante della mia attività. Ogni spettacolo è diverso, è sempre come la prima volta; ti rendi conto che la gente è lì per te e non vuoi deluderla, inoltre è stupendo vedere la reazione dei fan, immediata, alle mie canzoni".
Cominciò tutto con A chi?
"Sì, io avevo James Brown e Ray Charles nel cuore. Ho sempre pronto qualche loro brano da eseguire per il mio pubblico. A chi è una ballata soul eseguita in inglese da Roy Hamilton e da Timi Yuro che da noi è diventato un grandissimo successo tra vetta della classifica e copie vendute".
Nel suo repertorio c'è anche Angeli negri, uno spiritual di origine spagnola.
"È una preghiera, una sorta di spiritual che crea un'atmosfera sacra ed è molto coinvolgente".
E prima di A chi?
"Ho partecipato a diversi concorsi musicali poi nel '62 sono arrivati i Beatles e ho inciso la mia versione di Please Please Me e Love Me Do, ma sono tornato immediatamente alle mie radici nere".
Ha suonato anche con i Beatles.
"Nei concerti italiani insieme a Peppino Di Capri, i New Dada ed altri. Loro però stavano in disparte, li vedevamo sul palco ma abbiamo fatto una foto-ricordo cui sono particolarmente affezionato".
Il segreto per mantenere una voce tesa e potente?
"Non devi mai cambiare tonalità. Se cominci ad abbassare di un tono sei finito, quello è il segreto".
Lei ha collaborato ed è stato amico di una leggenda soul come Wilson Pickett.
"Abbiamo cantato insieme Deborah, uno splendido rhythm and blues. Andai in America da lui che mi introdusse nel mondo musicale di New York, Harlem, la vera musica nera. Accadde poi che nel '69 nacque mia figlia e decisi di darle il nome Deborah e di far fare a Wilson da padrino. Siamo sempre rimasti legati".
Molti cantanti non resistono all'urto delle mode e degli anni. Lei invece anche alla fine degli anni Ottanta è stato un leone e ha vinto persino Sanremo.
"Sì, ho vinto nel 1989 in coppia con Anna Oxa con Ti lascerò. Ricordo che ricevemmo milioni di cartoline, allora si votava con le cartoline".
È cambiato molto Sanremo eh?
"Sì, oggi è uno show internazionale di grande livello, un tempo presentavano solo il cantante per nome e il titolo del pezzo e finiva tutto là".