Da «Hunger» a «Brave» Ecco i film schierati che dividono i popoli

«La cinematografia è l’arma più forte» amava dire Mussolini che di propaganda se ne intendeva e che esattamente 75 anni fa inaugurava gli studi di Cinecittà. Ma in un’Italia in preda, giustamente, al panico economico questa ricorrenza cade nell’oblio, anche della società privata oggi proprietaria degli Studios. Ben diverso è l’atteggiamento in altri paesi dove il cinema viene sfruttato, appunto, in maniera propagandistica e dove anche un film d’animazione per ragazzi diventa la bandiera di un politico. Così l’ultima eroina Disney dalla folta chioma fiammeggiante, la principessa Merida, abile e coraggiosa arciera protagonista della nuova produzione della Pixar, Ribelle - The Brave di Mark Andrews e Brenda Chapman, è diventata la mascotte di Alex Salmond, capo del partito nazionalista scozzese che ha la maggioranza assoluta in Parlamento (non a caso il film verrà presentato il 20 giugno al festival di Edimburgo) e che per il 2014 ha indetto un referendum per la secessione dal Regno Unito. «Questo film ci offre un’immensa opportunità in giorni in cui i riflettori saranno puntati sulla Scozia con tutto quello che questo può portare in termini di turismo e opportunità di business. Il mondo intero si accorgerà di noi», ha avuto modo di dire il novello Braveheart. Così, «per la scelta più importante degli ultimi 300 anni» (per i sondaggi «solo» il 38 per cento degli abitanti della Scozia è favorevole a sganciarsi dal Regno Unito), già pensa di allargare il voto a quei sedicenni magari galvanizzati dalle imprese dell’impetuosa eroina scozzese dai capelli rossi figlia di re. Una ragazza che non sogna il principe azzurro ma che è pronta a sfidare i signori della sua terra. «Sarà il film di più alto profilo ambientato in Scozia con star scozzesi», ha detto Salmond riferendosi agli attori che presteranno la loro voce ai protagonisti della pellicola: Kelly MacDonald, Billy Connolly, Robbie Coltrane e Emma Thompson (di madre scozzese). Ma Ribelle - The Brave, che arriverà nelle nostre sale ai primi di settembre, non è certo l’unico film a essere diventato il vessillo di che vede nel cinema la possibilità di coniugare la storia, il nazionalismo, il patriottismo e la politica attraverso il racconto di uomini forti, determinati e coraggiosi. Naturalmente il caso più emblematico è stato Braveheart - Cuore impavido di e con Mel Gibson. Un film dalla vasta eco e dal grande successo (ha vinto pure cinque Oscar) che addirittura, secondo la scrittrice Lin Anderson (il fatto che sia scozzese e che abbia visto il film più di 50 volte è puramente casuale), ha avuto un ruolo chiave nel risveglio della coscienza nazionale portando il paese al referendum sulla devolution nel 1997 e alla ricostituzione del parlamento scozzese. È tutto nero su bianco nel libro suggestivamente intitolato Braveheart: From Hollywood To Holyrood (dove quest’ultima è la zona di Edimburgo che ospita il Parlamento) e che va ad alimentare la vasta filmografia su questi temi presente nel cinema d’oltremanica. Infatti per raccontare le loro storie d’indipendenza abbiamo visto al cinema opere monumentali come Michael Collins di Neil Jordan sull’omonimo patriota irlandese d’inizio Novecento con tematiche complesse (la differenza tra terrorismo e indipendentismo) su cui è tornato recentemente anche Ken Loach ne Il vento che accarezza l'erba. Mentre sull’Irlanda del Nord e sull'Ira, l'organizzazione paramilitare indipendentista, sono incentrati Bloody Sunday di Paul Greengrass, Nel nome del padre di Jim Sheridan e, ora nelle sale, Hunger di Steve McQueen sul celebre militante Bobby Sands (interpretato dall’attore del momento Michael Fassbender) che morì in carcere dopo uno sciopero della fame. Questo è ciò che accade all’estero.

Mentre da noi solo Renzo Martinelli è riuscito a mettere in piedi una grossa produzione per raccontare in Barbarossa il leggendario Alberto Da Giussano che però, nonostante il forte sostegno della Lega (nel film appare anche Umberto Bossi), è stato un flop.

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