Per eccellere servono tanto impegno e studio, ma soprattutto «passione». Su questo i 34 studenti delle scuole superiori premiati ieri a Roma dal ministro dellIstruzione, Mariastella Gelmini, non hanno dubbi. Negli ultimi mesi si sono distinti in matematica, fisica, chimica, scienze naturali, astronomia, informatica e filosofia, partecipando alle Olimpiadi internazionali e, in alcuni casi, ottenendo anche ottimi piazzamenti. E ora, per questi giovani geni, si spalancano le porte dei «migliori atenei italiani e stranieri», dove potranno frequentare un periodo di formazione.
In particolare, questi ragazzi rappresentano quell «eccellenza» che Gelmini vuole premiare. Perchè in futuro, ha detto il ministro, la scuola dovrà puntare sulla «qualità», su una didattica più incentrata sul problem solving e sul riconoscimento delleccellenza.
Mesi e mesi di preparazione, leggendo libri e approfondendo la materia con ricerche online. Un surplus di lavoro individuale, che si è andato ad aggiungere a quello già assegnato in classe. Un allenamento quotidiano con lambizione di arrivare alla medaglia doro, come insegna la migliore tradizione sportiva. «Per ottenere questi risultati - ammette Giuliano Chiriacò, argento nella fisica, ex alunno del liceo scientifico Banzi Bazoli di Lecce e oggi studente alla Normale di Pisa - occorrono sicuramente impegno e passione, altrimenti non si va avanti».
Alessio Rocca, diplomatosi a giugno al liceo classico Dante Alighieri di Gorizia e ora studente di Storia alla Galileiana di Padova, ha ottenuto una menzione donore alle olimpiadi di filosofia ad Atene. Per prepararsi, dice, ha lavorato «autonomamente», consultando libri e facendo ricerche su internet. Dedicandoci pomeriggi e tempo libero, mentre il lavoro a scuola, aggiunge, è stato utile soprattutto «per migliorare linglese. Una materia su cui abbiamo lavorato molto e che ho potuto mettere in pratica in questoccasione».
«La preparazione a queste competizioni - osserva Federico Glaudo, del liceo scientifico Augusto Righi di Roma, bronzo alle olimpiadi della matematica in Kazakistan - non la può offrire in toto la scuola, non è unattività curriculare». Ma poco importa, si può lavorare da soli specialmente se, come nel suo caso, la matematica gli è «sempre piaciuta». Teoria confermata anche da Roberto Ribatti, olimpionico dellastronomia, iscritto al secondo anno del liceo scientifico Riccardo Nuzzi di Andria: la materia non è neppure inserita nel programma, per lui studiarla è diventato un hobby.
Perle rare, infine, le ragazze. Su un gruppo di 34 studenti, solo 2 le rappresentanti del gentil sesso. «Probabilmente si tratta solo di un fatto culturale - ipotizza Giulia Colombo, 16 anni, esperta in scienze della terra - le donne sono più legate alla vita pratica». Giulia frequenta il liceo scientifico Arturo Tosi di Busto Arsizio (Varese) e da grande non sa ancora cosa farà, ma sicuramente si iscriverà a una facoltà scientifica: «Viviamo in una società umanistica, dove è facile istruirsi in lettere anche da soli».
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