I baccanali? Li copiamo dagli olandesi

Il «Supperclub» fonde design futuristico con un antico modo di godersi la tavola, la musica e una buona compagnia

Lucio Filipponio

Supperclub: ovvero un modo nuovo di vivere la notte romana ed al contempo di concepire il «locale». Non solo ristorante, bar, discoteca, art gallery… ma tutto questo mescolato con gusto, moltiplicato nelle più originali e trendy tendenze internazionali. Se siete in via De’ Nari, tra il Pantheon e piazza Navona, e amate perdervi in esperienze multisensoriali che lasciano il segno o solo in fuga dal solito locale, be’ fate un salto al Supper a vivere l’arte del dorming (cena in completo relax fisico e psicologico).
Ecco svelato l’arcano del nome e la filosofia del locale stesso: rivisitare, arricchire, moltiplicare il senso della cena (supper, appunto). Risultato: una rilettura futuristica dei baccanali romani. Primo locale ad aver proposto tale concetto è l’originale Supper di Amsterdam, nato nel lontano ’90, poi teorizzato ed esportato come un marchio in tutte le sue varianti internazionali. O meglio variazioni sul tema: sì perché il prestigioso studio di design olandese Concrete ha riproposto, con differenze minimali, i medesimi interni futuristici (seppur di notevole impatto visivo) in tutte le nuove sedi del Supper sparse per il mondo. Ad Amsterdam come a Roma, a Singapore come a Los Angeles, sulla Supperclub cruise Mediterranee e prossimamente a Londra. Un esempio per tutti la sede romana: al rito dell’aperitivo è dedicata la Champagnerie art gallery, una sala al piano superiore che ospita mostre e installazioni di artisti in cerca di affermazione. L’arredamento è sempre ridotto al minimo: poche sedute di grandi dimensioni e tanti cuscini che invitano al relax. Verso le 21 si passa alla Salle Neige e alla Salle Baroque e la cena-spettacolo ha inizio in un animato susseguirsi di sapori fusion, proiezioni video, spettacoli luminosi, performances artistiche e sofisticate selezioni musicali. Si potrebbe obiettare che la tanto decantata originalità venga a mancare proprio nell'intenzione di imporre un medesimo concept ad ogni sede.


Sottolinea invece Ivana Carmen Mottola, Sales & Events Manager del Supperclub Roma, che «se da un lato le diverse sedi sono accomunate dall’idea del dorming e dall’essere una piattaforma internazionale per giovani artisti, dall’altro ognuna si esprime creativamente localizzando l’offerta culturale, artistica e culinaria».

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