«Penso che mi prenderò del tempo, se deciderò di comporre un pezzo per la nascita di mio figlio, voglio fare qualcosa di epocale». Lazza è così. Oggi esce il suo nuovo disco Locura e lui si mostra per quello che è diventato: «Non mi frega più nulla di buttare via i soldi in stupidaggini». E questo cambiamento si nota anche nelle tracce di questo che è uno degli album più attesi dell'anno. «La locura è un termine che riassume i lati belli e quelli brutti della mia vita». Quali sono quelli brutti? «Lo stress senza dubbio, e poi la pressione dei numeri, le scadenze, l'impossibilità di fare cose normali come andare in spiaggia o in piscina».
Jacopo Lazzarini detto Lazza, nato a Milano e milanese d'accento, ha appena compiuto trent'anni ed è senza dubbio uno dei pochi rapper con la testa (e il talento) sul collo. Sa suonare (il pianoforte ma non solo). Sa scrivere testi. Evita volgarità e dei cosiddetti «dissing» tra un rapper e l'altro, ossia quella montagna di insulti spesso spacciata per musica, pensa che «in realtà sono un favore che un rapper fa all'altro». Ovviamente il «dissing» (chiamiamolo così) del momento è quello tra Tony Effe e Fedez: «Io non lo farei» si limita correttamente a dire. Nelle nuove canzoni, che sono senz'altro più ricercate e complesse di quelle precedenti, spuntano i nomi di Sfera Ebbasta, Marracash, Ghali, Lil Baby, Guè, Kid Yugi. Ma forse il feat più simbolico è quello con Laura Pausini in Zeri in più: «Ci conoscevamo, poi siamo diventati amici e ora sono strageloso di Laura, lei non è una che artisticamente collabora con chiunque e sono orgolgioso di questa canzone. Certo, quando ero ragazzino mia mamma me la faceva sentire in continuazione e io sono arrivato quasi a odiarla», sorride. Da questa «personale corrida» fatta di diciotto brani esce uno dei pochi artisti di questi anni destinati a rimanere anche nel futuro. Ha le idee chiare, si mette in gioco, è appassionato come pochi e lo capisci quando si accende di entusiasmo parlando di altri rapper o trapper come Travis Scott.
Come quasi tutti loro, ha fatto la propria gavetta, con Sirio ha realizzato il disco più venduto del 2022, poi è stato il vincitore morale del Festival di Sanremo 2023 con il brano Cenere che è diventato un classico. «Sono stati anni incredibili, ho sempre sognato tutto questo, o meglio quasi tutto. A me non è mai piaciuto seguire le regole, mi è sempre piaciuto cercare di farle».
Un po' di guasconeria rap non guasta. Soprattutto se a gennaio c'è già un tour programmato nei palasport di tutta Italia con prevedibili sold out quasi ovunque o addirittura ovunque. E in fondo, diciamocela tutta, se lo merita proprio.
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