«I brogli? Partiamo con l’handicap»

da Milano

Onorevole La Russa, ormai si vota. Ha visto con che schede? «Ci sono grossi rischi di confusione, bipartisan stavolta, perché si possono confondere tutti, anche gli elettori del Pd. Ma più che malevolenza vedo l'assoluta incapacità di un sistema di governo, che non riesce nemmeno a far bene le schede. Poi certo, la loro capacità organizzativa nei seggi di guidare gli elettori riduce il rischio per loro e lo amplifica per noi. Bisognava ristamparle».
Bella spesa.
«Il costo poteva essere sottratto al finanziamento pubblico dei partiti, in proporzione, visto che la colpa è della politica. Bastava un decretino che noi avremmo votato».
Teme brogli?
«Brogli ce ne sono sempre stati. La sinistra ha sempre avuto una presenza dei seggi infinitamente superiore agli altri, e l'interpretazione favorevole alla sinistra delle schede ha fruttato dai 200mila ai 250mila voti in più ogni elezione, dal 1946 a oggi. Noi quindi partiamo con l'handicap, come nel golf».
Come finirà al Senato?
«In termini di voti li battiamo sicuramente, ancora più nettamente che non alla Camera. Ma la legge elettorale, che per questo è stata definita una porcata, è un po' un terno al lotto al Senato. Avremo più voti di loro, ma quanti di più non si può dire. Da qui nasce la necessità di far capire agli elettori che un voto dato a chi non avrà comunque nessun seggio...».
... è inutile.
«No, non inutile, dico che finisce per avvantaggiare il partito più lontano dalla propria idea. Per esempio chi vota al Senato Udc o la Destra non solo spreca il voto ma avvantaggia Veltroni».
Lei ha detto che il Pdl è come una giovane coppia, «ha nostalgia per la casa dei genitori e l'emozione per la nuova». Nel popolo di An quale dei due sentimenti prevale?
«Ci sono entrambi, ma prevale naturalmente il desiderio di costruire qualcosa di nuovo. La nostra è una scelta di futuro. Poi ci sono i soliti che preferiscono non la nostalgia ma l'immobilismo. Oppure l'opportunismo di chi cerca uno spazietto per sentirsi importante».
Parla di Storace?
«Non parlo mai male degli ex amici, e nemmeno di Daniela (Santanchè, ndr) su cui mi sono imposto di tapparmi la bocca per non dire quello che penso sulla sua capacità di cambiare opinione rapidamente, di sostenere tutto e il contrario di tutto».
È quello che dice la Santanchè dei suoi ex compagni di An...
«La classe dirigente della Destra è stata indotta a quella scelta o per astio personale o per assenza di ogni diversa prospettiva di soddisfazione personale. Salvo solo Teodoro Buontempo, che è un idealista ed è coerente nei suoi errori, uguali a quando era ancora dentro An».
Ma vi può togliere dei voti?
«Un'area dell 1,3 per cento fuori da An c'è sempre stata, anche alle ultime elezioni. Se non aggiungono nemmeno un 1% è un fallimento. E io penso che non lo aggiungeranno. Anche perché non hanno una linea politica, se non quella di dire che Pd e Pdl sono uguali. Non c'è nulla dal punto di vista della politica».
Quanto pesano gli indecisi?
«Spostano un massimo dell’1-2 per cento per i partiti maggiori. Sui piccoli partiti ancora meno. Non sono quei voti a fare la differenza».


Alitalia, c'è una possibilità che non vada ai francesi?
«Ci deve essere, purtroppo l'imprenditoria italiana non si è molto abituata a vivere il rischio di impresa, ha sempre avuto il vizio del rapporto con lo Stato. Ecco perché è stato sacrosanto l'appello di Berlusconi all'orgoglio dell'imprenditoria italiana».

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