Non erano centinaia di camalli in attesa della «chiamata» per un turno al cottimo. Erano camalli, ma non solo: studenti, giovani, operai, immigrati, intellettuali e professori. E non erano neppure gli anni Sessanta, ma era domenica 24 febbraio 2008! Centinaia di persone, come sempre più difficilmente si incontrano agli incontri dei partiti... soprattutto di sinistra: basti pensare i 30 di largo Pertini a Genova quando Fassino tentava di lanciare un risultato bulgaro per Marta Vincenzi sindaco o ancora le poche decine di persone per Walter Veltroni a Spello.
Invece, domenica, erano in più di duecento nello storico salone della «Chiamata del porto» per l'incontro di Lotta Comunista: «Contro le illusioni parlamentari». Nostalgici di un vecchio passato? Macché. «Noi, a differenza della sinistra di Bertinotti e di Veltroni non abbiamo mai avuto il mito della Russia e di Mao, non credevamo che le manifestazioni degli anni Settanta fossero il preludio alla vera rivoluzione» spiega Franco Grondona, leader di Lotta Comunista, membro del direttivo nazionale della Cgil, durante le conclusioni al termine di una mattinata fitta di interventi. Interventi di altri tempi, perché loro credono ancora nella rivoluzione. «Il marxismo e il leninismo sono ancora vivi» ricorda Grondona tra tantissimi applausi.
Si è catapultati nel passato: Marx è il punto di partenza, «ma anche» di arrivo. Parlano di volontà di ferro, disciplina, antiproibizionismo, cretinismo parlamentare, rigore organizzativo, propaganda, arruolamento, materialismo storico, scienza marxista, educazione del proletariato.
Berlusconi o Veltroni e perfino Bertinotti non fanno differenza. Tanto che Grondona cita pure Tremonti. Ne legge ampi passi di un'intervista per avvallare la tesi del capitalismo in crisi, di un nuovo scenario economico e politico a livello mondiale.
Contesto da cui auspicano possa trovarsi terreno fertile per la rivoluzione, partendo anche da Genova e dalle battaglie degli operai del porto. E non a caso, sono in tanti come poche altre volte in passato. C'era perfino il «moderato», Paride Batini, presidente della Culmv, uno che a Genova ha sempre orientato centinaia di voti.
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