Ramallah - Siedono sui divani 
dell’albergo raccontandosi da giorni la tragedia di Gaza. Fumano 
e raccontano, come migliaia di altri palestinesi in Cisgiordania 
che seguono a distanza il dramma che si sta consumando in quel 
pezzo della loro terra. Ma per questi uomini in giacca e 
cravatta, il racconto, intervallato da lunghe boccate di 
sigaretta, è anche il ricordo di un dramma personale: sono i 
funzionari del presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas), molti dei 
leader di Fatah fuggiti da Gaza e ora riparati in questo 
elegante albergo di Ramallah. Qualcuno è fuggito sotto le 
bombe, altri si sono ritrovati qui per ragioni di governo e ora 
non possono più fare rientro a casa.
Abu Ali Shahin è un avvocato famoso a Gaza, è stato in 
passato anche ministro del governo e non ci sta a lasciarsi 
definire rifugiato: «Che sia a Gaza o a Ramallah, questo resta 
sempre il mio paese» dice all’Ansa. Ha tempo, gli piacerebbe 
raccontare la sua lunga vita, ma lancia subito un allarme: 
«Quello che Hamas sta facendo a Gaza è terribile - dice - noi 
ci aspettiamo di assistere non solo ad esecuzioni di massa, ma 
anche di veder aprire fosse comuni. Qui siamo tutti preoccupati 
non soltanto per le nostre famiglie rimaste a Gaza, ma per tutte 
le famiglie palestinesi nella Striscia di Gaza». 
«Non so per quanto tempo sarò costretto a rimanere in 
questo albergo» commenta, dopo aver saputo che le autorità 
israeliane hanno chiuso gli accessi a Gaza.  «È curioso - 
prosegue - nel 1948 durante la prima guerra arabo-israeliana 
lasciai la Cisgiordania e fuggendo mi ritrovai a Gaza». 
Oggi, a 
causa di una guerra tutta palestinese, gli è accaduto il 
contrario. E con tono severo aggiorna la lista delle occupazioni 
di cui è stato testimone: «Nel 1956 la Striscia venne occupata 
dagli israeliani insieme a britannici e francesi, una seconda 
volta nel 1967 venne di nuovo occupata dagli israeliani, e 
adesso, in questi giorni, Gaza è stata occupata da Hamas. Ma 
noi - avverte - libereremo Gaza con gli stessi metodi con cui 
Hamas sostiene di averla liberata da noi». Vuol dire con la 
violenza.
Secondo Abu Ali Shahin, tuttavia, anche questa volta dietro 
le armi ci sono gli stranieri: «Hamas sta agendo per conto di 
Siria e Iran - afferma - sono questi paesi che stanno 
combattendo sul suolo di Gaza la loro guerra internazionale».
I capi di Fatah fuggiti: "Forse a Gaza fosse comuni"
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