I casali di campagna diventeranno alloggi a canone concordato

Costruire un ponte tra le aree agricole e quelle urbane trasformando i casali abbandonati in alloggi residenziali a canone concordato. È lo scopo del bando comunale, che verrà pubblicato tra una quindicina di giorni e che, in ultima analisi, vuole recuperare i beni dell’agro romano in stato di abbandono.
Il Pria, programma di riqualificazione degli immobili agricoli dismessi o sottoutilizzati, fa seguito alla delibera di giunta presentata in Campidoglio dal sindaco Gianni Alemanno, dagli assessori al Patrimonio e all’Ambiente Alfredo Antoniozzi e Fabio De Lillo e da Paolo Loria del III Dipartimento del Comune, responsabile del progetto che vede coinvolto anche l’assessorato all’Urbanistica. I proprietari di terreni agricoli nei quali esistono ruderi o costruzioni in rovina avranno 90 giorni di tempo per presentare le domande per cambiare la destinazione d’uso. Senza modificare la cubatura, quindi, potranno essere realizzate strutture che ospitano per il 60 per cento alloggi da affittare a circa 350 euro al mese e per il restante 40, agriturismo, fattorie biologiche, agroasili o altre abitazioni.
Si tratta di un’iniziativa che muoverà investimenti per 500 milioni di euro nell’agricoltura, cercando di raggiungere il raddoppio degli occupati del settore ed è incentrata sulla riqualificazione ambientale e paesistica dell’agro romano, con un occhio di riguardo allo sviluppo delle energie eco-compatibili. Se il terreno è privato, il costo della ristrutturazione spetterà al proprietario, così come gli introiti derivanti da attività economiche o affitti. In caso contrario sarà l’ente pubblico proprietario ad avere un ritorno in termini economici.
Secondo le stime di Loria, qualora al bando partecipasse il 10 per cento dei proprietari, si riuscirebbero a reperire duemila alloggi. «Sono circa diecimila - ha spiegato Antoniozzi - i manufatti sottoutilizzati o dismessi nel territorio agricolo della capitale. Un patrimonio entrato nel dimenticatoio che potrà essere oggetto di recupero agricolo-ambientale e di cambio di destinazione d’uso».
Il Campidoglio vorrebbe anche rendere l’area più sicura, incentivando l’attività degli agriturismo e il turismo rurale.
«In questo modo - ha detto Alemanno - vogliamo stabilire un ponte tra le aree urbane quelle agricole, zone ibride spesso oggetto di casi di violenza». «Non c’è spregio più grave per l’ambiente - ha aggiunto De Lillo - che lasciare gli immobili e le aree circostanti nell’abbandono e nel degrado.

Abbiamo fatto un censimento degli immobili del Comune che possono essere messi a reddito, ovvero che possono essere riqualificabili. Si tratta di 47 casali nelle ville storiche e 75 nell’agro romano che potrebbero ad esempio essere destinati alle associazioni di volontariato per la tutela del territorio».

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