da Roma
Niente più finanziamenti cattolici ad Amnesty International, dopo la svolta abortista da parte della storica organizzazione di promozione e difesa dei diritti umani.
In unintervista al National Catholic Register, il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha espresso profondo rammarico per la presa di posizione abortista di Amnesty International, sottolineando che schierarsi per la depenalizzazione dellinterruzione volontaria della gravidanza rappresenta un tradimento delle finalità istituzionali dellorganizzazione.
Conseguenza inevitabile di tale decisione, secondo il porporato, sarà la sospensione di ogni finanziamento a Amnesty da parte delle organizzazioni ed anche dei singoli cattolici. «Grazie a Dio - afferma il cardinale Martino - non esiste un diritto di aborto internazionalmente riconosciuto, come si deduce dalla Conferenza del Cairo delle Nazioni Unite sulla popolazione, che ha escluso laborto come mezzo lecito di controllo delle nascite». La delegazione della Santa Sede in quella occasione era guidata proprio dallarcivescovo Martino, allora Nunzio Apostolico al Palazzo di Vetro.
«Le lobbies abortiste - sostiene il porporato - stanno continuando la loro propaganda, che si inquadra in quella che il Servo di Dio Giovanni Paolo II chiamava la cultura di morte, ed è estremamente grave che una benemerita organizzazione come Amnesty International si pieghi ora alle pressioni di tali lobbies». «La soppressione volontaria di ogni vita umana innocente - conclude il cardinale Martino - è sempre un delitto e mina alle basi il bene comune della famiglia umana».
Secca la replica da parte della sezione italiana di Amnesty International alle dichiarazioni del cardinale Renato Martino: «Non abbiamo mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano o da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa Cattolica.
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