Economia

I corporate bonds rendono come le azioni

Una volta corretto questo sbilanciamento può ripartire la Borsa

I corporate bonds rendono come le azioni

Una volta corretto questo sbilanciamento può ripartire la Borsa

Se più passa il tempo più sono convinto che ci siamo, ovvero il minimo lo abbiamo visto, e ovviamente gioisco di averlo sbandierato ai quattro venti, sul lato invece del comportamento tecnico del mercato ho molti dubbi.
Ci sono i fautori della ripresa secca, quella che lascia tutti con l’amaro in bocca perché tanto non la vede nessuno (e sotto questo profilo si giustifica la nostra aggressività con le azioni), dall’altra la schiera di coloro che pendono per la congestione, ovvero per il movimento orizzontale, lungo ed estenuante, e soprattutto pieno di false partenze, è pressoché interminabile.
Se prevalesse quest’ultima ipotesi saremmo messi peggio che in un crack di Borsa infatti non si saprebbe cosa fare.
Se, come scriviamo su Borsa & Finanza, dai crack negli ultimi 10 anni ci siamo sempre salvati ed è per questo che ancora balliamo in pista, dalle congestioni bisogna invece guardarsi molto attentamente perché si rischia veramente che ti taglino le gambine. E dopo in pista non ci balli più.
Una congestione dovrebbe essere molto lunga per riassorbire il patatrac che abbiamo visto.
E quando penso ad una congestione lunga mi immagino quella che ha riassorbito il botto del 2001 e che è durata diversi anni durante i quali il mercato saliva ma tanto non se ne accorgeva nessuno.
C’erano piccole opportunità ma tante fregature.
Insomma, una pena. Poi sono venuti anche gli anni cosiddetti buoni, vedi 2006 e parte del 2007, ma che pena per arrivarci.
Ecco, penso che la situazione possa ricrearsi esattamente uguale.
Un 2009 e 2010 in orizzontale, con poche perle (sicuramente tra questa Fastweb) e tante ossessioni.
Della serie si guadagna di più ad operare di meno.

Non mi piace scrivere “come avevo detto” perché se ci hai azzeccato tutti se lo segnano sul taccuino ed appena sbagli (perché tutti sbagliamo, e lo so molto bene io) poi te lo rinfacciano (ogni tanto qualcuno mi scrive “ma non era questo il più grande bull market della storia ?”).
L’intento della frase, oltre che di lodarsi, è innegabile, correndo il rischio di imbrodarsi, è quello di far vedere che bisogna prendere una decisione e starci dentro fino in fondo senza oscillazioni, altrimenti si rischia in ogni caso di farsi male più che prendere una decisione sbagliata.
E sotto questo profilo i lettori mi permetteranno un “come avevo scritto” più volte se i mesi del primo e secondo trimestre del 2009 saranno quelli apocalittici sotto il profilo macroeconomico ed aziendale (e la storia dell’Iris ceramica che ho riportato ieri ne è il sintomo, a patto che non sia un colossale bluff) il mercato azionario ormai non sconta più la recessione perché semplicemente l’ha già prezzata negli assets. E quindi i venditori hanno smesso il loro gioco.
Che i compratori siano sul mercato questo no, prima di passare alle azioni dovrà sgonfiarsi il boom delle obbligazioni corporate che rendono più delle azioni (il rendimento storico delle azioni va dal 9 all’11% annuo in base a come lo calcolate mentre ora ci sono bond che rendono il 20% in giro sul mercato, leggere la rubrica saggissima di Remo Mariani).
Siccome ormai la bolla dei corporate si deve sgonfiare e lo dimostra il fatto che tutti parlano di corporate bonds, sia sui media stranieri che su quelli italiani, e basta considerare il comportamento delle “nostre” convertibili SIAS BENI STABILI BIN da pronunciare tutte di un fiato ed una dopo l’altra come un mantra: per la prima volta dal patatrac hanno mostrato volumi mostruosi e un rialzo delle quotazioni che ha corretto in parte il rendimento allucinante che offrivano.
Quindi diciamo che se questo non è rialzo il prossimo rialzo è qui vicino perché esaurito il fuoco sulle corporate.



Emilio Tomasini
Docente di Finanza Aziendale Università degli Studi di Bologna
Direttore responsabile LombardReport.com
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