Ma i duetti virtuali lo confermano grande interprete

La «voglia di volare» porta Gianni Morandi ai massimi vertici della canzone d’autore: gli omaggi a Fabrizio De André, Ivano Fossati, Giorgio Gaber e Lucio Battisti hanno fornito allo show di ieri i suoi momenti più alti, da parte di questo straordinario interprete non sempre incline a scegliersi canzoni adeguate al suo talento. E pazienza per quel tanto di macabro, e di smaccatamente tecnologico, emerso dai due «duetti impossibili» con i defunti Gaber e Battisti, evocati sul video accanto a Morandi. Consoliamoci con l’alta qualità delle interpretazioni che Gianni ha offerto intanto a C’è tempo, pagina di Fossati ricreata con emozione assoluta, e a Una storia sbagliata che De André dedicò a Pasolini, vero incontro d’anima tra due grandi e oggi rimpianti poeti.
Poi, si è detto, i duetti virtuali: con Morandi che cointerpreta, a fianco di Gaber, Il signor G, Porta Romana e La ballata del Cerutti, poi condivide con Battisti Pensieri e parole: lui è impagabile per equilibrio, immedesimazione e schiettezza, e del resto l’emozione è inevitabile, nel rivedere i due artisti scomparsi tornare vivi grazie a un giochino elettronico.

Sull’opportunità d’un simile marchingegno la discussione è aperta, ma come non rilevare la capacità morandiana di calarsi nel Gaber più grande e in quello più popolare, e di restituire di Battisti & Mogol la densa semplicità e l’empito lirico: solo ai massimi interpreti ciò è concesso, e si vorrebbe che certi autori stazionassero più spesso nei concerti e nei dischi di Gianni. Insieme, va da sé, al Lucio Dalla di Bella signora, evocato a sua volta, ieri, da un Morandi in stato di grazia.

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