I fondi pensione battono il Tfr Così si arrotonda l’assegno Inps

Fondi pensione: che cosa conviene fare? Anzitutto, dare un’occhiata alla situazione: il sistema della previdenza complementare ha retto meglio di altri all’urto della crisi finanziaria, e si prepara a sfruttare la ripresa in arrivo. Lo dimostra l’ultima relazione della Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, che ha confermato il calo limitato delle gestioni previdenziali: rispetto al meno 40% di molti fondi pensione britannici o statunitensi, i negoziali italiani - quelli cioè dedicati ai lavoratori appartenenti a un determinato comparto, come Cometa, per i metalmeccanici, o Fonchim - sono scesi del 6,3 per cento. Risultati comunque migliori rispetto all’andamento delle Borse, proprio per la prudenza con cui sono gestiti i fondi stessi, e non solo: grazie al rimbalzo da marzo in poi sono riusciti a recuperare terreno nella sfida con la rivalutazione dei Tfr.
«I fondi pensione sono prodotti di medio-lungo periodo - spiega Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza - e i paragoni a breve termine rischiano di essere fuorvianti. Le evidenze empiriche dimostrano che su un arco ventennale anche la gestione finanziaria, più esposta quindi alle variazioni del mercato, di un fondo pensione batte il Tfr. Soprattutto per i giovani, quindi, è necessario puntare sul fondo, se si vuole garantirsi una pensione adeguata alla fine della vita lavorativa».
A un giovane lavoratore dunque lei consiglia di investire nella previdenza complementare: ma nell’ambito del fondo di categoria, quale linea di investimento è meglio scegliere? Azionario, obbligazionario o misto? «Per un giovane è senz’altro consigliabile un’esposizione sull’azionario superiore a quella di chi è a metà della propria carriera. Si dovrebbe infatti avere una propensione al rischio direttamente proporzionale agli anni che mancano alla pensione. Inoltre, i giovani entrano adesso in un mercato con “effetto rimbalzo”: c’è quindi tutto il tempo non solo per recuperare le perdite, ma anche per guadagnarci». Qual è la quota da investire? «L’obiettivo di un piano previdenziale è ricavare il 20-25% del reddito finale, per integrare la pensione di base: per questo occorre investire il 10-12% del proprio reddito per 35-40 anni. Quindi conviene utilizzare il Tfr, che vale già un 7%: altri 2 punti vengono versati dal datore di lavoro, il resto può versarlo il lavoratore».
Quando conviene cambiare investimento? «Idealmente, ogni dieci anni, scegliendo una fascia meno rischiosa. Ma in questo momento, con la ripresa dei mercati vicina, consiglierei di aspettare per goderne i vantaggi».

E chi in pensione c’è già, o sta per andarci? «Non è obbligato a ritirare tutto: se non si hanno necessità urgenti, converrebbe mantenere la posizione e aspettare tempi migliori. Per riposizionarsi o ritirarsi ci sarà tempo anche dopo».

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