I francescani stampano il libro scritto dall’imam

nostro inviato a Padova

Un testo dottrinale sull’islam scritto da un imam e pubblicato da una casa editrice cattolica, una delle maggiori in Italia. Non è un libro sull'arte, la cultura, la storia, l’evoluzione della religione musulmana. E neppure un testo che raccoglie articoli, sermoni o dibattiti tra rappresentanti di diverse religioni. No: è un vero manuale che spiega «la profondità della dottrina islamica» (così è scritto nella presentazione) secondo un imam italiano, il milanese Yahya Sergio Yahe Pallavicini.
Succede a Padova, alle Edizioni Messaggero di Sant’Antonio, proprietà dei frati francescani. Un colosso della pubblicistica cattolica, a cominciare dal mensile omonimo fondato a fine Ottocento che oggi conta milioni di abbonati in tutto il mondo, diffuso anche in versione braille, via e-mail e su cd in formato mp3. Il gruppo sforna a getto continuo riviste religiose e liturgiche e numerose collane di spiritualità: tra gli ultimi titoli, «Francesco d’Assisi e l’ecologia», «Vita consacrata nel territorio», «Messalino junior» e «La vita buona» con sei interviste del patriarca di Venezia, Angelo Scola.
Stavolta i francescani di Padova, come segnala il Corriere Veneto, hanno deciso di dare spazio alla religione islamica più che a quella cattolica, come quei parroci che aprono le porte delle chiese ai musulmani per dargli un posto dove pregare. Il libro dell’imam si chiama Il Misericordioso - Allah e i suoi profeti (288 pagine, 20 euro) ed è uscito a ridosso del Natale. Nei giorni in cui in qualche località italiana sono apparse le luminarie islamiche (con le mezzelune al posto delle comete) e altrove la Caritas diffonde calendari con le festività cristiane affiancate da quelle di altre religioni. Una scelta destinata a fare discutere in un’Italia su cui l’Egitto fa piovere accuse di razzismo dopo aver fatto strage di cristiani copti. Un paese dove non regna la chiarezza su crocifisso e velo, le moschee sorgono senza controllo, il dialogo è terreno di sospetti, la reciprocità tra religioni una terra inesplorata. E in un Veneto che si appresta a eleggere un leghista come governatore.
Pallavicini, quarantacinque anni, è uno dei leader dell'islam moderato: è imam della moschea Al Wahid di Milano e vicepresidente della Coreis (Comunità religiosa islamica italiana). È membro della Consulta per l’islam presso il ministero dell’Interno e fu l’unico italiano tra i 138 capi religiosi musulmani mondiali che nel 2007 firmarono la Lettera aperta a Benedetto XVI. Un anno fa Pallavicini criticò apertamente il raduno di preghiera che i maomettani più integralisti inscenarono in piazza Duomo a Milano. Insomma, non è un estremista. Ha già pubblicato libri in Italia, anche per Rizzoli. Ma questa è la prima volta che un imam, cioè una delle più alte guide spirituali dell’islam, viene ospitato da una casa editrice cattolica. La quale dunque dà voce a chi considera Gesù Cristo non il figlio di Dio ma un semplice profeta, per quanto sommo.
«Il misericordioso» esce nella collana Dialogo diretta dal teologo napoletano padre Edoardo Scognamiglio, ex direttore del Centro studi francescani e autore di numerose pubblicazioni sui rapporti tra le religioni. L’operazione è avallata in pieno da padre Danilo Salezze, direttore generale del Messaggero di Sant’Antonio: «Questo libro è uno strumento per far conoscere la spiritualità islamica - dice -. Se si vive con la paura di un mondo difficile da comprendere è perché spesso si confonde la cultura musulmana con le devianze integraliste. Ci vogliono persone libere dai pregiudizi per agevolare l’incontro fra due mondi e l’imam Pallavicini fa parte dei sapienti musulmani».
Padre Salezze non teme critiche da parte cattolica: «È un tributo che si paga per volare sopra la superficialità. La stupidità di chi grida alla crociata non porta a niente: il dialogo non è facoltativo ma fondamentale per la reciproca comprensione. Se ci sono imam che scrivono questo e facilitano la lettura reciproca, ben vengano». Il frate ricorda che nel 1218, durante la quinta crociata, San Francesco incontrò il sultano d’Egitto Al Malik Al Khamil: «Non bisogna costringere l’una o l’altra civiltà a cambiare idea ma incontrarsi nella misericordia, la grammatica del dialogo». Tuttavia secondo la tradizione il santo propose (invano) al sultano di convertirsi e Giotto, nel ciclo di affreschi della basilica superiore di Assisi, lo ritrae mentre rifiuta i doni di Al Malik.
Anche Pallavicini batte la linea del dialogo: «Il mio libro è un segnale coraggioso, ci vuole coraggio per portare avanti le occasioni di confronto». Tuttavia il suo non è un libro di confronto e dialogo: è una esposizione dottrinaria, che elenca i cardini della religione di Maometto.

I profeti di Allah comuni a Corano e Antico Testamento (Adamo, Noè, Abramo, Mosè), la figura di Gesù fino al culmine, «l’incontro con il profeta Muhammad, il sigillo della profezia, messaggero dell’islam e modello perfetto di servitù spirituale ad Allah».

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