I funghi non sanano il bilancio

Il governo taglia i fondi al Comune, e lui, il sindaco, si affida alla grande risorsa del territorio - il fungo porcino che più buono e sano e profumato non si può - per rimpinguare le casse. «Altro che bond! - pare che abbia detto Sandro Donati, diessino e primo cittadino di Mulazzo in quel di Lunigiana -. Meglio di tutto è il nostro boletus edulis. Lo raccogliamo e lo vendiamo al mercato. Il ricavato, facciamo almeno 30 euro al chilo, andrà a vantaggio delle finanze asfittiche del Comune». Tutto giusto, se non ci si fosse messa di mezzo la solita legge della domanda e dell’offerta, e le condizioni meteorologiche eccezionali del periodo. Una miscela dirompente, che ha fatto crescere i funghi «come i funghi», e contemporaneamente calare le quotazioni del miceto sui banchi. Risultato: quando Donati - che si era preso come guida il buon Marco Tresanini, vigile urbano e fungaiolo doc, e se n’era andato a scarpinare nelle pregiate selve oscure di Mulazzo con il suo cesto di belle speranze - quando Donati, dunque, s’è presentato al mercato tutto trionfante col suo carico di cinque chili di boleti, gli è bastata un’occhiata ai cartellini dei prezzi sui banchi per capire che il guadagno si sarebbe ridotto a pochi spiccioli.
I bond saranno pure inflazionati, ma i funghi addirittura crollano: «Facciamo 10-12 euro al chilo, proprio perché è lei, sindaco» hanno proposto gli acquirenti. Prendere o lasciare. Donati ha preso. Sessanta euro. «Ma valeva la pena lo stesso - si è difeso - come nostra presa di posizione contro la politica di Berlusconi, contro la legge Finanziaria che ci affama inesorabilmente e ci toglie ben 300mila euro di trasferimenti statali. Ma sia chiaro: la battaglia continua, non ci fermeremo per così poco». Difficile credere che il sindaco e il vigile si mettano di nuovo in marcia di buon’ora per raccogliere porcini da conferire al bilancio comunale, con la ragionevole prospettiva di sanarlo. Credibile pensare, invece, che Donati, se vuol davvero contribuire all’incremento delle entrate comunali, si dedichi ad altre attività più remunerative.

Per ora, comunque, pare che il primo cittadino voglia insistere coi miceti, anche se non proprio nel modo già sperimentato: è in cantiere, infatti, l’istituzione di un «Consorzio di cercatori di funghi», che sarebbero una risorsa «spontanea in grado di rappresentare una voce importante nelle entrate finanziarie di molte famiglie del posto». Per le famiglie, appunto, non per il Comune. Specialmente se a raccoglierli ci va il tandem Donati-Tresanini.

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